Avellino

 

di Andrea Fantucchio

“Noi abbiamo fatto una richiesta a suo tempo, c'era ancora l'amministrazione Galasso, e ci hanno fatto penare un bel po'. Dicevano, “Questa sede va bene, poi noi, prendete quest'altra", infine il comune ha deciso che ci sarebbe stata assegnata la parte nuova del convento di San Generoso. Il tutto non è stato formalizzato perché ci hanno detto che andavano realizzati dei lavori. E fino a quindici giorni fa, il settore patrimonio, con l'assessore Elena Tordela, ha ribadito la volontà del comune di fornirci questa parte del convento. Poi, come un fulmine a ciel sereno, è venuta fuori la decisione di offrire lo spazio agli immigrati che sarebbero stati ospitati ad Avellino”. Fulvio Fraternali, presidente dell'ordine degli architetti di Avellino, ci contatta per esprimere tutto il suo dissenso per una decisione che gli vieta per l'ennesima volta, di ricevere la sede che ha richiesto da quattro anni.

Attualmente come Ordine degli Architetti pagano l'affitto di un edificio di via Iannaccone, poco distante da corso Vittorio Emanuele, ma spesso le attività come la formazione si svolgono altrove, visti gli oltre mille iscritti.

Una storia che comincia tempo fa.

“Noi in origine – racconta Fraternali - richiedemmo una porzione dell'ex Gil, ci fu risposto che non era possibile, poiché la struttura era stata finanziata per diventare scuola del cinema. Poi abbiamo richiesto uno spazio a Casina del Principe e Villa Amendola, ma anche lì, dopo un'iniziale risposta positiva, hanno virato verso altre decisioni. Affidando le strutture a gestioni che riteniamo improprie poiché, almeno al momento, non c'è chiarezza sui canoni di affitto pagati da chi li occupa. Alla fine, dopo una serie di sopralluoghi, fu individuata la soluzione di San Generoso”.

Fraternali e l'Ordine degli architetti, non avrebbero esclusivamente preso la sede, ma anche realizzato dei lavori destinati alla comunità: “In primo luogo – ci spiega Fraternali – non avremmo occupato la sala conferenze che sarebbe invece restata al comune. Poi c'è un problema legato all'impianto di riscaldamento che è unico. Noi chiedevamo di creare due allacci, uno per il piano terra e l'altro per il primo e secondo piano, che avremmo occupato, ovviamente tutto a spese nostre. Immaginavamo di fare del convento un polo culturale permanente: nella corte interna volevamo creare una struttura permanente dedicata all'allestimento di mostre. Un progetto tutto a carico nostro, dall'ideazione alla realizzazione, che poi avremmo messo a disposizione della comunità”

E invece, dal racconto di Fraternali, emerge come il crollo dell'amministrazione Galasso prima, e il cambio di assessori che hanno caratterizzato l'esperienza Foti poi, abbiano fatto naufragare il progetto: “Le giunta Galasso deliberò l'assegnazione del convento di San Generoso al nostro ordine. Poi il sindaco è caduto. Così abbiamo rinnovato la richiesta all'amministrazione Foti che ci ha confermato la concessione. Sono seguiti tre anni di tira e molla con gli assessori che si sono avvicendati. Si parlava sempre di questi lavori da ultimare.Ci rassicuravano. Come le dicevo anche fino a venti giorni fa. Poi, la scelta del tutto inaspettata, di offrire lo spazio agli immigrati. Manca correttezza nei nostri confronti.

Ci sono - conclude -  altre sedi deputate che potrebbero ospitare i ragazzi africani: l'ex stazione dei vigili urbani, giusto per fare un esempio. Ma non ci fermeremo,come Ordine degli architetti, chiederemo l'intervento della Corte dei Conti sull'utilizzo diverso rispetto alle destinazioni d’uso delle strutture comunali che ci sono state negate. Un fatto, a nostro avviso, gravissimo”