Benevento

E' il maestro dell'ironia per eccellenza. E solo lui poteva trasformare un'ingessata cerimonia in un momento esilarante sospeso tra vecchi ricordi, che conservano intatta tutta la loro attualità, e nuovi successi.

Ugo Gregoretti, da ieri sera, è socio onorario del Rotary Club di Benevento. Per 'celebrare' il riconoscimento ha regalato ai presenti una serata speciale che dal conferimento della sua laurea honoris causa al Suor Orsola Benincasa è finita sul sofà di Totò. Lì Gregoretti riuscì a convincere Antonio De Curtis a girare uno dei suoi film: Le belle famiglie, del 1964. L'attore stanco e contrariato da un'estate troppo calda non seppe dire di no quando venne informato che la moglie di Gregoretti era la Duchessa Capece Minutolo... «aveva una fissazione per i titoli nobiliari».
Un altro esempio di stile “gregorettiano”. La sua ironia, la capacità di non prendere tutto troppo sul serio, a partire da se stessi, sembrano convergere invece, inevitabilmente, nell'abilità di centrare il punto e raggiungere il risultato.

Con lui Antonio Intorcia e Michelangelo Fetto della Solot, da tempo suoi collaboratori. Ai due attori il compito, condotto in modo abilissimo, di offrire al maestro le occasioni per i ricordi, le sue storie, i suoi più gustosi aneddoti.
Un personaggio eccezionale che ha vissuto i momenti cruciali della storia del Paese e che non ha mai smesso di raccontarli con la sua inimitabile verve. «Mi sono abituato a non essere serio, soprattutto quando parlo in pubblico...».

Questo l'incipit di una serata che ha ripercorso la carriera del regista: dall'assunzione in Rai «avevo una fortissima raccomandazione»; al merito di aver trovato il Santo Protettore della Rai «...scelsi Santa Chiara perché aveva le visioni, in pratica inventò la presa diretta...».

Non poteva mancare l'ampio capitolo Benevento Città Spettacolo. La sua croce e delizia. Uno sguardo reso ancor più speciale dalla presenza in sala di Antonio Pietrantonio, sindaco durante le prime edizioni del Festival e primo testimone di storie ormai consegnate alla leggenda. «Quante te ne ho fatte passare» ha ricordato l'ex direttore artistico all'ex sindaco.

Dal famoso “telegramma arrivato dal medioevo”, anatema dell'arcivescovo dopo lo “scandaloso” spettacolo “Cammurriata” con Leopoldo Mastelloni di Giuseppe Patroni Griffi nel 1983 alla “serrata dei baristi” dopo un'intervista in cui il direttore artistico li accusò di scarsa capacità di accoglienza.

E sull'ultima edizione di Città Spettacolo commenta: «non ho avuto la possibilità di seguire il Festival ribattezzato Città Spettacolo. Gli echi che ho ricevuto sono stati positivi. L'obiettivo di Mastella, di far invadere la città all'aperto e farla vivere da una moltitudine di cittadini, mi sembra di aver capito, che si è realizzato».

La serata ha preso il via con l'ammissione di due nuovi soci nel club di Benevento. Sono Talita Rossi Lampugnale e Pasquale Di Stefano.

 

 

Mariateresa De Lucia