Avellino

 

di Andrea Fantucchio

“Non siamo per nulla rassicurati dalle parole rassicuranti, scusi il gioco di parole, emerse dal tavolo tecnico di ieri in prefettura (Leggi la cronaca). Sia per quanto riguarda i controlli effettuati sullo Stir e la sua pericolosità, dei quali non sappiamo nulla, sia sulle azioni che vorrebbero mettersi in atto per contrastare l'inquinamento della Valle del Sabato. Mi sembra che ora, dopo il rumore fatto dai cittadini, le istituzioni si siano svegliate. Ma non ci faremo abbindolare, e i controlli questa volta li faremo da noi. Dimostrando a tutti che non siamo un fuoco di paglia”. Duro il dottor Franco Mazza, che in quest'intervista, dopo il tavolo tecnico di ieri, ci illustra le posizioni dei cittadini e le mosse future dell'associazione “Salviamo la Valle del Sabato”.

I: Dottor Mazza, ieri siete stati esclusi dal tavolo tecnico. La vostra sfiducia nelle istituzioni è palese: considerate l'attenzione riservata dalla politica locale, come una pura reazione al malcontento riassunto dalle vostre iniziative di protesta?

“Esattamente, ma capiranno presto che non siamo degli improvvisati. Sono infatti partite le registrazioni all'associazione, e abbiamo già avuto duecento adesioni. Inoltre è cominciata anche la raccolta per il fondo comune che andrà a finanziare i controlli che affideremo a laboratori autorevoli e soprattutto indipendenti. Questa volta, essendoci in gioco le vite dei nostri cari e la nostra stessa sopravvivenza, non lasceremo che a decidere siano altri. Anche perché, quel tavolo tecnico, è stato convocato solo dopo due anni dall'incendio della Novolegno nel quale assistemmo a quanto sta avvenendo oggi: reazione alla bufera mediatica, tentativi maldestri di intervento, e poi il silenzio che ha finito per insabbiare tutto. Questa volta non accadrà, andremo fino in fondo”.

I: Mi sembra che dalle sue dichiarazioni emerga una tipo di sfiducia più ampia, che non coinvolge le sole istituzioni politiche. Sul banco degli imputati ci mette anche gli enti deputati ai controlli, penso all'Arpac?

“Assolutamente. Diciamo che nel caso specifico da lei citato, quello dell'Arpac, ci troviamo di fronte ad un organo che vorrebbe contestualizzarsi come un emanazione della Regione, ma che di fatto deve esser pagato per svolgere il proprio compito. Quindi abbiamo i nostri legittimi dubbi sulla sua attività. Anche alla luce di quanto accaduto negli anni passati: quando proprio l'Arpac non ha mai realizzato i doverosi controlli sul territorio della Valle del Sabato. Quello che viviamo oggi, le morti legate all'inquinamento, sono anche conseguenza di quel comportamento irresponsabile”.

I: Ma adesso, rispetto agli anni passati, i cittadini sembrano essersi stancati e vogliono prendere in mano le sorti del territorio che abitano: ci descriva i piani per l'immediato futuro.

“Oltre alle analisi che saranno effettuate su acqua, aria e terreni, per avere un quadro esaustivo degli agenti inquinanti e del rischio corso dai cittadini, realizzeremo anche un sito. Sul quale raccoglieremo le denunce e tutta la documentazione finora messa insieme sulla Valle del Sabato. Rientrano in questi documenti anche gli allegati consegnati nel nostro esposto al Procuratore Cantelmo: dove viene descritto il tasso di mortalità per tumori riscontrato nel territorio della Valle del Sabato. Nonché gli agenti inquinanti presenti, ben superiori alle soglie di sicurezza. Inoltre, procederemo con le nostre iniziative nelle piazze: saremo nei comuni per spiegare l'effettivo stato di salute del territorio. Parleremo fra la gente e tutti potranno partecipare al confronto che sarà sempre pubblico e trasparente”.

I: Mi sembra sia stato chiaro sulla posizione dei cittadini che rappresenta. Ma, guardando al futuro, non vede alcuna possibilità che le posizioni dei comitati convergano con le istituzioni politiche per creare un fronte comune che contrasti l'inquinamento della Valle del Sabato?

“Alle condizioni attuali non scenderemo a compromessi con nessuno. Oggi non ci fidiamo delle istituzioni. La politica si è decisa a parlare solo quando abbiamo battuto i pugni sul tavolo. E anche per quanto riguarda le azioni definite dal tavolo tecnico, a partire dal controllo affidato alle università, ne sappiamo troppo poco per ipotizzare una collaborazione. Per ora pesa il passato: dove troppe volte la fiducia riposta dai cittadini nei rappresentanti istituzionali, è stata puntualmente tradita”.

I: Stesso discorso per quanto riguarda il dialogo con il Prefetto e il Governatore De Luca?

“Per il Prefetto, abbiamo chiesto una convocazione a luglio. Richiesta alla quale non è seguita alcuna risposta. A breve ci riproveremo. Al governatore abbiamo mandato la lettera che rappresenta le istanze dei cittadini. Anche lì, oggi tutto tace. Ma non ci arrendiamo, e proveremo a riallacciare o meglio iniziare il dialogo. Gliel'ho detto, non siamo un fuoco di paglia, e lo dimostreremo”

Grazie dottore.

“A lei”