Avellino

 

di Andrea Fantucchio

“Per lo Stir sono stati effettuati due controlli ravvicinati di Irpinia ambiente a fine agosto e inizio settembre. Entrambi, non hanno evidenziato rischi ambientali per il territorio o emissioni puzzolenti che, invece, sarebbero prodotte dagli impianti intorno. Nello stir i rischi ambientali sono ridotti dal tipo di trattamento scelto per i rifiuti prima di trasportarli via: stoccaggio completamente al coperto”. L'assessore all'ambiente del comune di Avellino, Augusto Penna, fa il punto su una delle situazioni più scottanti del momento: la polemica mai placata intorno allo Stir di Pianodardine. Luogo deputato da una decisione della provincia, ad ospitare per quarantacinque giorni a partire da metà agosto, i rifiuti umidi provenienti da tutta la provincia irpina. Una situazione che ha innescato la marcia di protesta dei cittadini guidati dall'associazione “Salviamo la valle del Sabato”, e poi, le iniziative private dei comitati che continuano a chiedere la convocazione del prefetto di Avellino e l'intervento del governatore, De Luca.

Assessore Penna, lo Stir rappresenta una tematica caldissima. Dopo l'intervento della provincia, cosa sta facendo il comune di Avellino per assicurare la tutela dei suoi cittadini?

“Come le spiegavo prima, i controlli effettuati da Irpinia ambiente, due nel giro di venti giorni, per non lasciare nulla al caso, non hanno evidenziato il minimo rischio ambientale.

Lei prima spiegava che lo Stir non era inquinante, poiché i rifiuti venivano tenuti al coperto. E gli altri impianti privati della provincia in che condizioni sono invece?

“Ecco questo è un problema sul quale vogliamo intervenire a più presto con i controlli. Va infatti appurata alla svelta la pericolosità degli impianti di stoccaggio privati che, molto probabilmente, hanno accumulato i rifiuti all'aperto. Rappresentando un rischio ambientale per il territorio. Rischio che adesso va quantificato. Inoltre questi impianti non dovranno più operare in questo modo, vogliamo imporre pene salate e controlli continui.”.

Lo Stir rappresenta però solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei cittadini della Valle del Sabato, che in oltre trent'anni hanno visto morire i propri cari in modo direttamente proporzionale alla creazione di nuovi impianti industriali. Cosa state facendo come istituzione per andare incontro alle esigenze dei cittadini?

“Oggi, con il tavolo tecnico in prefettura (Leggi la cronaca dell'incontro), abbiamo chiesto come istituzione di selezionare in venti giorni, nessuna deroga concessa, l'università campana che dovrà eseguire i controlli sul livello d'inquinamento della valle. E stabilire, se questo inquinamento è causato dalla somma delle attività industriali concentrate in zona, o da specifiche realtà produttive. Nel primo caso formuleremo al più presto un piano di riqualificazione che imponga standard più serrati alle attività e controlli continui. Se invece venissimo a scoprire che l'inquinamento è in larga parte causato da poche realtà circoscritte: chiederemo ad un ente terzo deputato a questo compito, probabilmente l'Arpac, di sanzionare i colpevoli duramente. Da oggi useremo il pugno duro con i trasgressori”.

Assessore, parliamo di soldi. Infatti, come lei ben sa, molto spesso le iniziative per quanto lodevoli, vengono affogate da indisponibilità economiche o da pagamenti dilazionati nel tempo che si disperdono in mille rivoli. Quanto denaro dedicherete alla lotta contro l'inquinamento nella Valle del Sabato.

“Allora, la prima spesa dipenderà dal costo dello studio che, l'università prescelta, dovrà realizzare nella Valle del Sabato. Quella cifra verrà ripartita fra i comuni soggetti al controllo. Inoltre, è nostra intenzione, accedere con una proposta organica che accomuni tutti i paesi della valle, al fondo di rotazione che l'Europa destina a realtà come la nostra. Per le cifre esatte, però, bisognerà attendere prima la fine dei controlli sul territorio e poi stabilire la proporzione del piano che metteremo in essere per affrontare l'emergenza ambientale”.

Grazie assessore.

"A lei"