Sono stati rinviati a giudizio, a vario titolo, per omicidio colposo e, per le ferite riportate da una persona, lesioni colpose. Per entrambi, invece, non doversi procedere rispetto alle lesioni colpose ai danni della mamma e del figlio, che, al pari del marito della donna – tutti assistiti dall'avvocato Sergio Rando -, essendo stati risarciti dalla compagnia assicurativa, hanno rimesso la querela. Sono le decisioni adottate dal gup Maria Ilaria Romano al termine dell'udienza preliminare a carico di Andrea Francesca (avvocati Angelo e Flavio De Nicolais) 27 anni, di San Giorgio del Sannio, e Francesco Verdile (avvocato Roberto Verusio), 57 anni, comandante dei vigili urbani di San Nicola Manfredi.
Il 7 marzo l'inizio del processo nato dall'indagine dei carabinieri della Stazione di San Giorgio del Sannio sul terribile incidente accaduto la sera dell'8 giugno del 2014. Quando – secondo la ricostruzione dei fatti operata all'epoca -la moto Ducati guidata da Francesca aveva investito, dopo un dosso, e nonostante una frenata, alcuni dei fedeli che stavano partecipando alla processione in onore della Madonna dei Campi, alla contrada Montebello di San Nicola Manfredi, lungo la strada che dall'Appia conduce ad Apice. Tra loro Maria, incinta al settimo mese, che era stata sbalzata sull'asfalto con un figlio undicenne. Il piccolo era stato centrato ad una gamba, la mamma aveva battuto la testa e subito gravi lesioni al bacino e agli arti inferiori. Erano stati trasportati al Rummo, al pari di una coppia ed una 48enne, anche loro ricoverati.
Le condizioni di Maria, originaria di Montefusco, erano apparse particolarmente critiche, per questo i medici avevano deciso di far venire al mondo la bimba che teneva in grembo. La terzogenita della coppia, che avevano chiamato Giulia. La piccola non ce l'aveva però fatta, a distanza di alcune ore il suo cuoricino aveva smesso di battere per le lesioni riportate quando la madre era stata travolta dal mezzo. Un dato emerso nel corso dell'autopsia eseguita dai professori Fernando Panarese e Achille Tolino, alla quale aveva preso parte il dottore Emilio D'Oro, consulente della famiglia. Nello scorso febbraio la conclusione dell'attività investigativa, puntata anche sul rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla presenza della segnaletica; ora il rinvio a giudizio.
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