Lacrime che scorrono sui volti della gente, tanti pensieri e perchè che continuano ad affollare la mente, ma anche dolore che si trasforma in gioia e sorriso.
Non un semplice battesimo quello di Melania, una delle tre bimbe rimaste orfane dei loro genitori, mamma Chiara Cesare di Melizzano in provincia di Benevento e papà Patrizio Lambarella di Deliceto, morti insieme al fratello di quest’ultimo Ciro in un terribile schianto mentre erano a bordo di una fiat multipla lungo l’asse viario Foggia - Ascoli Satriano. Gran parte della celebrazione è stata accompagnata dal pianto delle bambine, qualsi a voler cercare le braccia dei loro genitori, che avrebbero dovuto festeggiare oggi serenamente e con gioia in quella chiesa il battesimo di Melania.
Genitori in cielo spazzati via da un crudele destino e tre dolcissime bimbe rimaste sulla terra prive del loro affetto.
“Non abbandoniamo queste due famiglie lacerate da dolore, guardiamo la piccola Melania come una carezza che porta il sorriso – ha detto l’Arcivescovo della diocesi di Foggia Bovino Monsignor Vincenzo Pelvi – quello di oggi possa essere attraverso il si al sacramento del battesimo, un impegno corale dinanzi a Dio a non lasciare mai sole Pina, Zahirah, Melania e le loro famiglie.”
Uno schianto terribile che ha spezzato i sogni di questa giovane coppia. Non ci fu nulla da fare per la 24enne sannita, il marito e il genero, di 32 e 45 anni, tutti di Deliceto. Troppo gravi le lesioni riportate in quel violentissimo impatto che ha ridotto ad un ammasso di lamiere la loro auto, trasformatasi in pochi secondi in una trappola mortale. Una scena raccapricciante quella che si è presentò agli occhi dei soccorritori, 118, Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco di Lucera.
L’Arcivescovo di Foggia Bovino, monsignor Vincenzo Pelvi aveva fatto una promessa dall’altare a tutti il giorno dei funerali delle tre vittime: “Quando ci sarà il battesimo della piccola Melania, ultima figlia di Chiara e Patrizio, verrò personalmente ad impartire questo sacramento ma dovrà partecipare anche tutta questa gente presente oggi che ha condiviso il grande dolore delle famiglie colpite dalla tragedia.” E così è stato, con un doppio e sentito appello: “Le piaghe devono diventare non solo sanguinanti ma trasformarsi con la carità, in feritoie che portano luce e speranza. Guardiamo al dopo di queste bambine, cerchiamo di creare delle sicurezze future per loro, con generosità, passione e dedizione. La preghiera celeste dei genitori, Patrizio e Chiara siamo certi che non mancherà, ma anche il nostro affetto non deve venir meno.”
E poi un'ultima riflessione sempre durante l'omelia: "Non possiamo credere in un Dio che non esprime passione per noi. E' salito sulla croce e dopo un grido altissimo è spirato. E in quel grido è racchiusa anche la passione di questa comunità che si chiede. Dio ma ci hai proprio abbandonati, hai proprio trascurato e dimenticato questa famiglia che soffre molto. E allora lui ci risponderà: ti sei perso ma ora vengo a cercarti, sei andato lontano da me ma io non so vivere senza di te. E noi ci chiediamo ancora, dov'è la tenerezza se giovani genitori, persone care muoiono, dov'è la tenerezza se noi siamo trascurati e abbandonati dalle persone che amiamo, dov'è la tenerezza se bambini, guardano al futuro senza avere accanto i propri cari, le certezze e le speranze di una famiglia, dov'è la tenerezza tua o Dio se ormai tutto diventa impossibile, se tutto è fragile, stancante e se abbiamo solo la voglia di non vivere più."
Gianni Vigoroso