Il Ministero del lavoro registra il crollo di quasi il 30% le attivazioni di contratti a tempo indeterminato nel secondo trimestre del 2016. I rapporti di lavoro a tempo indeterminato cessati sono stati 470.561, -10% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Guarda ai dati ?la Uil Avellino/Benevento che prosegue: il dato, a differenza di quello dell’Inps, tiene conto di tutto il lavoro dipendente compresi domestici, agricoli e pubblica amministrazione, e anche dei contratti di collaborazione. I numeri risentono della riduzione dell’incentivo all’assunzione a tempo indeterminato. Nello stesso periodo sono state registrate 2,45 milioni di attivazioni di contratti, a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni).
Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%), mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In particolare sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016), che sono stati 221.186, 15.264 in più rispetto al secondo trimestre 2015. A conti fatti, con il calo delle assunzioni nel II trimestre 2016, nella prima metà dell’anno 2016 si è registrata una forte riduzione di rapporti di lavoro attivati rispetto allo stesso periodo del 2015: oltre 360 mila i contratti di lavoro in meno, di cui ben il 41,7% è costituito da contratti a tempo indeterminato. È chiaro che ciò è dovuto in primis all’assenza di crescita economica che si traduce in meno assunzioni, soprattutto stabili, ma anche alla riduzione del beneficio contributivo della Legge di Stabilità, così come dichiara lo stesso Ministero del Lavoro. La ripresa ad assumere con contratti di apprendistato è indice non tanto della bontà del contratto, come invece speravamo, quanto della concorrenzialità in positivo di questo strumento prodotta dallo sgravio contributivo maggiore di quello dell’attuale tempo indeterminato. Molto preoccupante è, invece, l’aumento delle cessazioni per licenziamento (+7,4% sul 2° trimestre 2015 e +17,4% sul 1° trimestre 2016). Questi dati purtroppo fotografano una situazione critica del nostro mercato del lavoro, sia sul versante delle imprese che, inevitabilmente, dell’occupazione, che continua a navigare in acque non buone.
“In attesa che si mettano in atto politiche economiche, industriali e fiscali di crescita – dichiara Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento -, occorre ancora dare ossigeno all’unico strumento di tutela per imprese e lavoratori, la cassa integrazione, rendendola più flessibile nella durata. Sarebbero, inoltre, finalmente necessarie vere e efficaci politiche attive che consentano ai lavoratori il miglior adattamento e ricollocazione possibile, il tutto a partire da una maggiore allocazione di risorse e da buone pratiche, come quelle definite dal recente accordo di Uil-Cgil-Cisl e Confindustria. Insomma – conclude Bosco – Renzi chieda scusa a questo Paese per la guerra ideologica che ha scatenato sull’art. 18 senza produrre nessun effetto positivo. Lavoratori, soprattutto giovani, lasciati soli in balia del precariato e dell’abuso dei voucher sono gli effetti negativi delle politiche del governo”.