Il direttore sanitario dell'ospedale "Andrea Tortora" di Pagani, Maurizio D'Ambrosio, ha commentato la morte di Domenico Zefferino, 65enne pugliese, deceduto il due settembre scorso con ustioni sul corpo in seguito al corto circuito di un macchinario per eseguire la chemioterapia. “Certe cose non devono mai succedere ma probabilmente questa volta il diavolo ci ha messo la coda. Da una nostra prima valutazione – continua D'Ambrosio - le ustioni e il decesso sono due fatti da distinguere, non c'è stata imperizia per quel che mi riguarda, facciamo 500 interventi all'anno di questo tipo, il macchinario è sicuro” ha precisato il direttore sanitario. Zefferino, affetto da un tumore al fegato, originario di Andria, aveva scelto Pagani proprio perchè informatosi sull'eccellenza del centro oncologico.
E' stata dunque aperta un'indagine per omicio colposo dalla procura di Nocera Inferiore. Ieri mattina si è effettuata l'autopsia sul corpo dell'uomo e secondo i primi risultati non vi sarebbe un collegamento tra la morte del 65enne e le ustioni, bisognerà però attendere ancora 60 giorni per i risultati definitivi. Intanto sono sei i medici iscritti nel registro degli indagati e sia le cartelle cliniche del paziente che il macchinario utilizzato che ha procurato la fiamma ustionando Zefferino sono sotto sequestro.
Redazione Salerno