di Andrea Fantucchio
“In 36 anni di attività, dal 1980, la Novolegno S.p.a. con quali autorizzazioni e controlli ha lavorato? Quale è stato l'impatto complessivo sull'ambiente e sulla salute umana?”. Un video (Guardalo cliccando sulla foto di copertina) che riassume preoccupazioni e dubbi dei cittadini della Valle del Sabato dei quali l'associazione guidata dal dottor Franco Mazza si fa portavoce, e fa la conta dei punti oscuri emersi nella conferenza di servizi che, come vi abbiamo anticipato ieri (Leggi "Novolegno non inquina"), ha di fatto dato parere favorevole alla richiesta dell'azienda per l'impianto di produzione di pannelli in Mdf (pannelli di fibra a media densità)
Riavvolgiamo il nastro. Nella prima seduta del 12 luglio sono invitati, oltre ai rappresentanti della Novolegno: il comune di Montefredane, la Provincia di Avellino, l'Arpac, l'Asi, l'asl, l'Ato Calore irpino, la seconda Università di Napoli e i vigili del fuoco. Erano presenti, oltre all'azienda, la sola provincia di Avellino e la delegazione universitaria.
Nel rapporto tecnico istruttorio la Seconda Università di Napoli ha richiesto i dati relativi alle emissioni del biennio 2014-2015, e dettagli sull'attività di recupero degli scarti di lavorazione. Infatti, si considerava irragionevole per un impianto già esistente, non riportare alcun dato storico su emissioni/consumi. Mancanza presente anche nel progetto proposto dalla Novolegno per ottenere l'Aia. Non c'era il dimensionamento del sistema di captazione e aspirazione delle emissioni. E veniva richiesto di descrivere in dettaglio le aree di deposito temporaneo dei rifiuti. Evidenziando, in particolare, le soluzioni tecnologiche che impediscono la contaminazione di suolo e falda.
Non è chiara, afferma l'università, la tecnica utilizzata per la rimozione della “formaldeide” (composto chimico utilizzato in tante produzioni industriali, anche mobili, ritenuto cancerogeno dall'agenzia per la ricerca sul cancro nel 2014). L'ateneo precisa che i vincoli ambientali sono superati in quanto gli edifici presi in considerazione sono antecedenti alla legge in materia (ex decreto legislativo 42/04).
“Nonostante tutti questi dubbi – affermano i cittadini – ieri è stato dato parere favorevole all'attività svolta dalla Novolegno. Erano assenti arpac, ato calore, alto calore, asi e vigili del fuoco”.
Inoltre, segnalano ulteriori irregolarità: secondo la normativa vigente (la 152/2006), un rifiuto smette di essere tale quanto il suo recupero avviene completamente senza incidere sull'ambiente o la salute umana. E lo stoccaggio dei cumuli di rifiuti deve avvenire in aree confinate dove i rifiuti sono protetti dalle acque meteoriche (piogge) e vento con sistemi di copertura: "Cosa - dicono - che per la Novolegno ,come abbiamo osservato anche durante la marcia, non avviene. Le altissime pile di scarti sono scoperte e visibili già arrivando nelle vicinanze dell'azienda.
“Inoltre – continuano i cittadini - il lotto Novolegno non è servito da rete fognaria di acque bianche consortile. Nelle tubazioni, oltre alle acque provenienti da impluvi e torrenti e da viabilità esterne al lotto, la ditta recapita acque aziendali bianche e meteoriche di seconda pioggia. Tubazioni vicine al fiume Sabato”.
“Per questo – concludono - vogliamo chiarimenti su quanto avvenuto negli anni passati: ci diano i documenti che chiediamo e ci tranquillizzino. Noi intanto andremo avanti per la nostra strada: sono aperte anche le iscrizioni all'associazione e la raccolta fondi per organizzare altri controlli ambientali: Mo' basta, non si scherza più”.