di Luciano Trapanese

Si parla di Roma, della giunta Raggi, delle difficoltà dei 5 Stelle. Ma c'è poco spazio per quello che il pasticcio capitolino sta provocando tra i tanti simpatizzanti

del Movimento. La delusione è profonda, inutile negarlo. E se gli irriducibili continuano a urlare contro i “poteri forti”, il complotto e amenità assortite, gli altri, i tanti che avevano affidato al gruppo fondato da Grillo una speranza di cambiamento, ebbene, per loro il deprimente spettacolo romano non può che causare amare riflessioni.

Eppure si sapeva: Roma è il vero banco di prova. Il buon governo della Capitale avrebbe aperto la strada verso Palazzo Chigi. Una scommessa troppo importante. Ma niente: peggio di così non potrebbe andare. E non perché l'informazione ci sguazza o i partiti, Pd in testa, hanno caricato a pallettoni i fucili a pompa della polemica feroce. Tutto questo fa parte del gioco. Era facilmente prevedibile.

La questione è più delicata. Mette in gioco la credibilità, la competenza, l'onestà intellettuale e l'indipendenza dell'intero Movimento. Il balletto delle bugie tra la Raggi, il direttorio e il minidirettorio, ha sollevato il velo. E quello che si sta vedendo è spiazzante. Soprattutto per quanti – e sono molti – avevano affidato ai 5 Stelle la speranza di rinnovare dal basso la politica italiana e mandare al macero i resti annaspanti del partitismo. Il papocchio romano rischia di disintegrare nella disillusione quelle speranze.

Anche Il Fatto Quotidiano, ritenuto quasi un house organ del Movimento, ha ripreso a definire “comico”, Beppe Grillo, leader e fondatore dei 5 Stelle. Un segnale chiaro. Un distacco netto. E non c'entrano i poteri forti.

Sui blog, nei forum, la delusione pentastellata è evidente. E non basta più dire «ma il Pd è messo peggio», perché il Movimento quel peggio non avrebbe mai dovuto neppure sfiorarlo.

Se la situazione romana non dovesse risolversi – e ci sembra al momento difficile -, come reagirà l'elettorato? Quel voto semplicisticamente definito di protesta verso cosa e chi sarà dirottato? In Italia, rispetto ad altri Paesi europei, la presenza dei 5 Stelle ha di fatto impedito la crescita impetuosa dell'estrema destra. E Grillo – che su questo forse non aveva torto – ha sempre dichiarato che il Movimento aveva catalizzato in modo positivo la rabbia dei cittadini, evitando, di fatto, il rischio di disordini di piazza. Soprattutto nella fase più acuta della crisi economica (che di certo non si può dire superata).

Ora, quella speranza, quella rabbia, quella voglia di cambiamento, così trasversale, da destra a sinistra, e dai più giovani agli anziani, continuerà – nonostante Roma – a gonfiare le vele dei 5 Stelle? E' presto per dirlo. La delusione è tanta. E solo un miracolo potrebbe ribaltare l'umore e le scelte dei simpatizzanti. Ma è difficile credere nei miracoli. In politica poi, di miracoli non se ne sono mai visti.