Bonito

 

di Andrea Fantucchio

“Sono innamorato della storia in tutte le sue espressioni: in particolare l'Antico Egitto, la tradizione di Roma e il Medioevo. Ho girato l'Italia cercando i luoghi descritti nei miei libri. Poi ho cominciato ad approfondire la scoperta della Triplice Cinta, un’incisione su pietra che risale all’inizio dei tempi e che rappresenta sia lo schema di un famoso gioco, conosciuto poi come filetto o tris, sia un disegno dalla forte incidenza simbolica come dimostra la sua presenza in luoghi sacri, antichi palazzi,scalinate dei centri storici”.  Ci spiega Tino Coviello, ricercatore di simboli antichi, spesso oggi andati perduti. (In basso la gallery con alcuni simboli ritrovati da Tino)

Nello specifico Tino ricerca e studia la Triplice Cinta, simbolo la cui storia si incrocia anche con quella di cavalieri misteriosi, arcinoti a tutti grazie al sorgere di numerosi racconti e leggende sul loro conto: i templari.

“Sorrido perché ovviamente l'argomento desta sempre tanta curiosità ma voglio precisare che non vi sono certezze storiche su un collegamento diretto tra i cavalieri del tempio ed alcuni dei simboli da me e da altri ritrovati. È giusto dire che questi disegni, quando sono simboli ed anche schemi ludici, si trovano in luoghi in cui vi è stata una presenza templare. Quindi i riferimenti in Irpinia sono in quei paesi dove è documentato il passaggio dei pellegrini che si recavano in terra santa scortati spesso dai cavalieri del tempio. Come Mirabella o Bonito”.

Dei quali si parlerà nell'incontro sulla simbologia che si terrà proprio a Bonito il 10 settembre, ore 17.30, presso il convento di Sant'Antonio da Padova.

“Nell'incontro – spiega Tino - si parlerà della triplice cinta presente sulla facciata della chiesa madre di Bonito e ci saranno collegamenti con altri miei ritrovamenti in Irpinia tra cui Gesualdo, Taurasi, Mirabella. Il legame che questo gioco e simbolo ha avuto con i paesi della nostra provincia ed il possibile percorso da seguire per scoprire altri esemplari presenti nelle nostre terre fino a sconfinare nelle regioni vicine”.

Nelle sue ricerche Tino si avvale di pochi e pratici strumenti: macchina fotografica, metro e soprattutto una buona vista. Un viaggio infinito che si dipana fra diverse regioni d'Italia: l'avventura di Tino è iniziata a Venosa, presso l'Abbazia della Santissima Trinità. Dove ha ritrovato i misteriosi simboli della triplice cinta.

"Grazie a Marisa Uberti - dice Tino - ricercatrice e fondatrice del centro studi triplice che interverrà a bonito (la prima conferenza nazionale sull'argomento) stiamo riuscendo a dare la giusta attenzione a questa ricerca. È a lei che va il merito della divulgazione in Italia e nel mondo di questo studio. Vorrei anche ringraziare Valerio Massimo Miletti Consigliere delegato del comune di bonito ed il sindaco l avvocato Giuseppe De Pasquale che hanno voluto ospitarci grazie al grande interesse da loro dimostrato verso la storia in generale ed in particolare la storia di bonito e di tutta”

“Il mio intervento – conclude - sarà successivo alla presentazione della serata ed al primo relatore Marco Di Donato ( studioso di simbologie e scrittore) il quale spiegherà come la simbologia sia da sempre la forma di linguaggio più antica che l’uomo conosce, mediante una carrellata di foto che ci proietterà dal Fiore della Vita rinvenuto nel Tempio di Osiride in Egitto ai vari simboli utilizzati dai Cavalieri Templari e dalla Massoneria rinvenuti in Italia e nel Mondo. Un grazie infine a Barbara Ciarcia de "Il Mattino" che modererà l'incontro" .