Montoro

 

 

di Simonetta Ieppariello

 

«Un giorno ti guardi allo specchio e il simbolo della tua femminilità ti appare straniero. Un giorno ti guardi allo specchio e sembra che la femminilità sia andata al vento. Tutto è modificato. Ma poi trovi la forza di reagire e capisci che quella femminilità è solo tarpata,diversa ma è più forte di quella di prima». Anna Formica ha 48 anni e ha scoperto un anno e mezzo fa di essersi ammalata di cancro al seno. «. Quando ti ammali, dopo un intervento al seno e dopo chemio devastanti, che ti fanno perdere i capelli, trasformano il tuo viso e il tuo corpo, devi trovare la forza di sentirti donna».

Passaggi e sensazioni diverse. Ogni donna, in questa raccolta di interviste, racconta la sua storia. «Quando ho saputo di essere malata ho vissuto momenti dolorosissimi. Conobbi il dottore Carlo Iannace, fu lui a diagnosticarmi il mio male. Lo fece con competenza e straordinaria umanità. Mi spiegò tutto. Cosa fare e come intervenire. Non gli sarò mai abbastanza grata».

Esattamente un anno e mezzo fa inizia la battaglia di Anna. Il primo passo fu una chemio neoadiuvante, introduttiva all’intervento che viene effettuato il 30 aprile del 2015 dal dottore Iannace. Dopo la radioterapia e la terapia ormonale.

«Ho trovato la forza di fare e di affrontare tutto;ogni dolorosissimo passaggio razionalizzandone il perchè e il come avveniva. Grazie a persone come Rita e Lina che mi hanno accompagnato nella fase delle terapie ,grazie alla famiglia e agli amici piu’ cari,grazie al contesto lavorativo dove non ho incontrato alcuna difficolta’,grazie a Maria Rosaria Grimaldi con la quale sono entrata a  far parte  delle volontarie Amos di Montoro. Ho conosciuto altre centinaia di donne come me, che si sono ammalate improvvisamente. Grazie a loro siamo diventate ognuna parte integrante del mondo e dell’impegno della prevenzione. Grazie al dottore Iannace la prevenzione è gratis e arriva in posti in cui mai sarebbe approdata!!

Anna racconta come sia cambiato radicalmente il suo punto di vista. Anna racconta di come la percezione stessa della malattia riesca a cambiare il tuo modo di vivere e di  interpretare al meglio la tua esistenza. «Quando scopri di essere malata vivi una battuta d’arresto nella tua vita, è un punto di non ritorno. Sai che è dentro di te, lo senti, lo immagini, ne hai la sicurezza prima ancora che siano gli esami o i medici a confermartelo.

Eppure questa idea nella tua mente continua a non avere senso.Vorresti scappare, non dover affrontare questo combattimento che,inevitabilmente,cambiera’ la tua vita e il tuo concetto di futuro. Non sarai  mai più  la persona che eri prima. E’ stata la prima cosa che ho pensato. Quando finalmente la tua mente è in grado di accettare quest’idea, arriva la paura, tanta e ogni giorno diversa».

Comincia la trafila dei medici, degli esami, degli interventi, della chemioterapia. «E ti ritrovi fuori porte di medici ,con pensieri che ti irisucchiano gli altri,quelli che facevi di solito, ma intorno a te niente è cambiato. Non si può scappare». Il mio cambiamento è scattato conoscendo chi ha superato questa malattia, chi stava lottando come me. Pian piano ho imparato a non avere paura. Noi donne Amos e Amdos siamo un clan nel senso buono. C’è tanta energia positiva. Grazie al dottore Iannace sono stati creati dei veri e propri presidi di pronto intervento ,anche di sostegno psicologico. Ogni punto Amdos e  Amos garantisce a donne e uomini malati di sapere e conoscere,di sapere  cosa fare e come reagire,come muoversi.

Ero convinta una volta di dover emigrare per cure e intervento. Grazie a Iannace mi sono curata, mi sto curando e a casa mia. Siamo tutte nelle sue mani e in quelle di altri medici speciali come il mio oncologo,il dottore Colantuoni.. Ognuna di noi ha un rapporto tutto suo con i propri dottori ,che ci aiuta  a vivere, a sopravvivere ,a superare,a sconfiggere il cancro. Una cosa è certa quando ti  ammali e nonostante tenti sempre di rifuggire il male, sei diversa, cambi e il cancro fa parte di te». Poi, racconta Anna, la vita ha un sapore migliore. «Può sembrare banale ma assapori meglio le cose semplici. Sento un bisogno  continuo di di libertà e di sorridere. Sono ancora in terapia e ogni giorno vivo cercando di trovare un equilibrio possibile con il mio convivente fedele, il cancro. Solo chi ci è passato può capire. Una cosa è certa: resti toccata nel profondo.

Cambia completamente la tua prospettiva di vita.Un  senso di incertezza forte ti accompagna, ti segue, ti bracca. Poi, ad un certo punto e soprattutto confrontandoti con chi vive quello che vivi tu arriva la svolta importante: il tuo atteggiamento diventa più limpido, più vitale. Guardi tutto e tutti con occhi diversi. Forse il cancro ci aiuta ad amare e ad apprezzare la vita con piu’ forza e piu’determinazione.Ma niente sarebbe possibile senza gli altri;la mia esperienza mi ha insegnato questo piu’ delle altre cose:ognuno ha bisogno degli altri!