Salerno

La famosa, e paventata, riduzione del 30% dell’indennità di presenza dei consiglieri comunali sembra essere giunta al traguardo. Il condizionale è d’obbligo, con il via libera che sarebbe stato dato da una determina dirigenziale dello scorso 29 agosto che, tra l’altro, non sarebbe ancora pubblicata sull’Albo Pretorio del Comune di Salerno. La misura economica, dunque, dovrebbe essere già valida con la pattuglia dei consiglieri in fibrillazione non per il taglio in sé ma per il fatto che la tanto attesa sforbiciata del 30% non riguarderebbe il sindaco e nemmeno la Giunta.

Insomma, a “tirare la cinghia” sembra che debbano essere soltanto i consiglieri in quello che sarebbe stato un provvedimento preso in modo unilaterale e senza che l’argomento fosse discusso preliminarmente in commissione e nemmeno approvato in Consiglio comunale. Da qui una certa fibrillazione al terzo piano di Palazzo Guerra, sede dei gruppi consiliari, dove non viene contestata la misura economica in pieno clima di spending review quanto per il fatto che siano esclusi dai tagli tutti gli occupanti del secondo piano. Più volte i consiglieri avevano affermato di voler accettare i tagli sulle indennità di gettone a patto che riguardasse tutta la classe degli amministratori, sindaco ed assessori.

Tanto che lo stesso Dante Santoro, qualche settimana fa, propose di destinare quello che sarebbe stato un risparmio economico ad un fondo di povertà cittadino. Secondo l’ex candidato a sindaco, ci sarebbe stato un risparmio di circa duecentomila euro. Una cifra cospicua che sarebbe bastata per qualche emergenza cittadina. A questo punto, dunque, si dovrebbe passare dagli originali 51 euro ai 37 iva compresa, con l’indennizzo mensile a diventare di molto più leggero. La soluzione? Indire più riunioni di commissioni consiliari durante la settimana. 

 

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