San Salvatore Telesino

Due donne. Due criminologhe che hanno conquistato la ribalta nazionale. Una – la dottoressa Ursula Franco – è stata scelta dagli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo, difensori di Daniel e Cristina, i due fratelli rumeni indagati a vario titolo ( Daniel per omicidio e violenza sessuale, Cristina per concorso in omicidio) per la tragica fine di Maria, 9 anni, rumena, la bimba di San Salvatore Telesino rinvenuta senza vita lo scorso 19 giugno nella piscina di un casale, chiuso. Una esperta alla quale ora l'avvocato Fabrizio Gallo, che assiste i genitori della piccola, ha contrapposto la dottoressa Roberta Bruzzone, che nelle prossime sarà a San Salvatore per un sopralluogo.

Volto conosciutissimo della tv, spesso al centro di polemiche, Bruzzone è diventata particolarmente nota per l'inchiesta sul delitto di Avetrana, come consulente della difesa di Michele Misseri. In precedenza si era già occupata di altri casi altrettanto importanti, come la strage di Erba. In attesa degli sviluppi dell'attività investigativa, diretta dal Procuratore reggente Giovanni Conzo e dal sostituto Maria Scamarcio, che i carabinieri stanno svolgendo senza soluzione di continuità, è questo l'unico elemento di novità, allo stato, sull'agghiacciante vicenda.

Evidente l'obiettivo del legale del papà e della mamma di Maria: offrire agli inquirenti un punto di vista alternativo a quello dei difensori di Daniel e Cristina. Perchè, come più volte sottolineato, la tesi della loro specialista è che quella maledetta sera di due mesi e mezzo fa Maria abbia raggiunto la vasca in compagnia di alcuni coetanei o di ragazzini un pò più grandi di lei, per fare il bagno. Per questo si sarebbe spogliata – gli indumenti, piegati, erano a bordo piscina – e gettata nell'acqua anche se, come hanno affermato i suoi genitori, non sapeva nuotare, morendo annegata. Tutto potrebbe essersi verificato, in base alle conoscenze acquisite successivamente, tra le 20.40 e le 21, quando la pioggia aveva cessato di cadere. Nessun omicidio, dunque, e la necessità di puntare tutta l'attenzione sui segni di abusi sessuali riscontrati sulla bambina.

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