Commenti al vetriolo quelli del candidato a sindaco contro Vincenzo Napoli nelle scorse amministrative di Giugno. Ci va giù duro Roberto Celano, appena rientrato dalla pausa estiva. «Anche se non esiste nel regolamento comunale, finora abbiamo sempre fatto le votazioni per presidente e vice con scrutinio segreto», ha affermato il consigliere d’opposizione. «Il problema è palese, con questo cambio in corsa nelle operazioni di voto che lasciano trasparire una scarsa fiducia all’interno degli stessi componenti della maggioranza di governo. – ha continuato Celano – E’ un sintomo di fibrillazione eccessiva fra gli stessi componenti, segno che esistono delle spaccature interne. L’obiettivo è cercare di tenere tutti sotto controllo, con la votazione palese che è servita ad inquadrare su chi contare o meno». Un pensiero espresso tutto di un fiato nel corridoio del secondo piano di Palazzo Guerra e dopo aver compiuto le operazioni di voto per le presidenze di Statuti e Regolamenti e di Trasparenza. Proprio mentre stava passando il capostaff politico del sindaco Napoli, Enzo Luciano, che questa mattina avrebbe dovuto incontrare la delegazione dei capigruppo prima di entrare nella Sala della Giunta per le votazioni. Anche in questo caso uno scambio di vedute, con Celano che ha ribadito lo “sconvolgimento” operato rispetto a quanto fatto negli anni scorsi. Tra l’altro, a soccorso della teoria di Roberto Celano c’è stato l’ex presidente del Consiglio, Antonio D’Alessio, che, tra l’altro, ha votato contro al voto palese. «Non è solo questo che infastidisce. – riprende Celano – Anche le nomine dei presidenti, e dei relativi vice, potevano essere fatte direttamente in sede di Commissioni. E non decise qualche tempo prima per poi proporre i nominativi in sede di lavori. Saremmo stati pronti a votare anche Guerra o Cammarota o Natella, ma in modo autonomo e non su indicazioni dall’alto».
Antonio Roma