Acerra

Brucia ancora la Terra dei Fuochi. Decine di roghi si sono sviluppati contemporaneamente nel pomeriggio di ieri tra i comuni di Acerra e Caivano. Siamo stati lì per vedere l'ennesimo scempio compiuto ai danni di un territorio già oltraggiosamente martoriato. Siamo stati lì per farvi vedere i danni provocati dai pirati dei rifiuti. Gente senza scrupoli che, fregandosene delle più elementari regole del buon vivere civile, svolge quotidianamente la propria illecita ed illegale attività fatta di azioni che si ripetono sistematicamente di giorno in giorno.

Furgoni che, nottetempo, arrivano nelle aree periferiche di Acerra e Caivano. Mezzi dai quali vengono scaricati copertoni, materiali di risulta provenienti da lavorazioni edili, plastica, scarti tessili. Schifezze che finiscono per stratificarsi all'ingresso delle città, formando vere e proprie montagne di “munnezza” che farebbero perdere voglia e curiosità anche al più coraggioso e temerario fra i visitatori. Le immagini sono quasi sempre le stesse. Rifiuti stratificati sotto i ponti dell'autostrada, nelle cave dismesse, nelle aree industriali, in piena campagna a quattro passi dalle serre in cui si coltivano frutta ed ortaggi.

Ed hanno un unico colore. Il nero. Quello del fumo, denso ed acre, che si sprigiona nell'aria sotto forma di enormi nubi, visibili a chilometri di distanza e per diverse ore, sui cui effetti nocivi per la salute non c'è ormai più nulla da dire o da scrivere. Ma anche quello del carbone, della cenere, di quel che resta dopo le fiamme. Una vera vergogna che lede l'immagine del territorio e avvelena i cittadini.

Sono anni che si dice e si scrive che bisogna correre ai ripari, che occorre fare prevenzione. Certo, servono le risorse. E crediamo ai sindaci quando indirizzano il proprio sdegno a Regione e Governo per il mancato trasferimento dei finanziamenti e il tardivo avvio delle bonifiche. Ma che si provveda al minimo indispensabile, al controllo del territorio! Le immagini che abbiamo girato ad Acerra, località Ponte delle Crocelle, sono evidenti in tal senso. Il rogo è stato appiccato sotto un cavalcavia dell'asse mediano, alle porte del centro abitato. Praticamente, a 20 metri dai falò tossici ci sono le case, le prime abitazioni acerrane. E, ci raccontano i residenti, non è la prima volta che succede. Una telecamera. Un occhio tecnologico sotto quel cavalcavia, quanto potrà mai costare? 

 

Rocco Fatibene