Sant'Agata de Goti

“Sono molti anni che vivo in un bellissimo paesino del Beneventano: Sant’Agata de’ Goti. E’ stupendo, antico, affascinante, unico, arroccato sul suo sperone di tufo ai piedi della Bella Dormiente. Ma ogni estate, da tanti anni, vedo le fiamme degli incendi divorare il paesaggio e arrivare sempre più vicino alle abitazioni". Comincia così la lettrera aperta scritta dal Meetup Amici di Beppe Grillo di Sant’Agata de’ Goti, il destinatario è il primo cittadino Carmine Valentino.

"Vedo una popolazione costretta - si legge - ormai quasi con indifferenza, ad assistere a una sorta di sagra annuale dello scempio. Qualche giorno fa è bruciato il bosco di Longano,  l’altro ieri la collina alle porte del paese e ieri sera è toccato ai boschi alle spalle di Santa Croce. 

Sant’Agata si sa, è un paese ventoso, basta aspettare le giornate calde di Agosto per vedere partire i primi fuochi. Si capisce che sono dolosi perché cominciano con una serie di piccoli focolai che velocemente salgono verso le vette, incontrandosi tra di loro in enormi lingue fiammeggianti. Vedere tale devastazione fa salire la pressione e il senso d’impotenza, ma fa anche inerpicare la rabbia, una rabbia forte da scoppiare. 

Ma allora, mi domando, perché non si fa mai niente? Perché non si riescono mai a beccare i responsabili, nonostante brucino con precisione cronometrica le stesse identiche colline anno dopo anno? Chi è responsabile, chi risponde di una mala gestione così evidente? E’ possibile che in questi anni nessuno, dico nessuno! sia stato in grado di fare uno straccio di programma preventivo o di sensibilizzazione? Oppure se, per caso, qualcosa di attivo e positivo fosse stata fatta, perché non lo sappiamo? 

Cosa risponde il nostro Sindaco, grande accentratore qual è, ma “distratto” comunicatore, davanti ad un problema così grande, così evidente, così pubblico? E domando: cosa sta facendo questa amministrazione per proteggere noi, le nostre case, i nostri beni e il nostro territorio da questi criminali delinquenti o da chiunque esso sia? Questo si che è di sua competenza, sua responsabilità. 

Come il fuoco i miei pensieri dilagano e la rabbia sale ancora: un buon amministratore permetterebbe che metà del paese resti scollegato dalla rete fognaria, che si spacci droga ogni notte sulla Panoramica? Un bravo amministratore lascerebbe che il bene pubblico per eccellenza, l’acqua, venga ceduto - in barba ad un referendum nazionale - ai privati che aumentano le bollette senza offrire in cambio un servizio migliore? 

Io, come molte altre persone - conclude - non ce la faccio più. Vogliamo che Bella Dormiente sia solo il Taburno. Ecco, siamo stanchi e soprattutto stufi di una gestione del potere dove tutto passa per poche mani, ma non viene mai delegato niente, di vivere in un buio d’informazione, rischiarato solo dai fuochi la notte”