Una grande catena umana, di solidarietà e aiuto. L’impegno concreto è arrivato da tutta Italia per raccogliere soldi da inviare alla famiglia di Siham Laraaichi, la podista marocchina morta nel Casertano a Ferragosto dopo essere stata travolta da un treno. Mercoledì si svolgerà alla moschea di Casapulla, dove viveva, la cerimonia di saluto in rito islamico. Ma intanto, secondo quanto conferma Enrico Scarpone, il presidente della società podistica Il Laghetto, della quale Siham faceva parte, grazie a bonifici pervenuti da tutta Italia sono stati raccolti quasi 6mila euro. Una somma di tutto rispetto da inviare ai familiari che Siham sosteneva proprio dall’Italia, correndo e vincendo.
«Siham era venuta in Italia per guadagnare con la corsa, i soldi che lei riusciva ad ottenere grazie alla vincita delle gare, lei era tra le podiste più forti della Campania, li inviava alla sua famiglia a Casablanca - dice Scarpone - i suoi sacrifici erano per la sua mamma e le sue sorelle, soprattutto dopo la morte del padre. E così, dopo questa tragedia, abbiamo deciso in qualche modo di continuare quello che faceva. Tutta l'Italia ci è stata vicina in questo. Abbiamo raccolto poco oltre 5mila euro con i bonifici ai quali vanno aggiunti altri mille euro attraverso promesse di pagamento che ci sono pervenute via mail. Nei prossimi giorni manderemo tutto alla famiglia. Le spese per il trasporto della salma, invece, le affronterà il governo marocchino». Intanto mercoledì prossimo, alla moschea di Casapulla, alle ore 14.30, si svolgerà la cerimonia di saluto.
Siham è morta schiacciata tra due treni in corsa in direzioni opposte nel giorno di Ferragosto. Il sogno di Siham Laraaichi, 36 anni marocchina di Casablanca, è finito nel modo più tragico e crudele lungo un passaggio a livello non lontano dalla stazione di Santa Maria Capua Vetere, a due passi dalla casa in cui la giovane viveva da sola. Non è ancora chiaro se si fosse distratta ascoltando musica con l’iPod, come faceva spesso. Infatti l’apparecchio non è stato ritrovato. Siham era una podista di razza, iscritta all’associazione amatoriale «Il Laghetto» di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale di Napoli. I circa 130 soci la conoscevano tutti. E le volevano bene. Siham era diventata una campionessa, l’orgoglio del suo club. «Vinceva una gara su due e spessissimo si qualificava al secondo posto» racconta il presidente dell’associazione Antonio Orza, un sociologo in pensione che a 72 anni suonati continua a correre e a partecipare alle maratonine.
Siep