Benevento

Le Olimpiadi sono un sogno stupendo che Teodorico Caporaso, marciatore beneventano, è riuscito a tramutare in realtà. Una realtà amara però, perché nel giorno più bello è arrivata anche la prima squalifica della carriera in una 50 km. Il sogno è svanito in parte poco prima del 30esimo chilometro quando il sannita era in rimonta. Stava facendo bene Teo, come lo chiamano gli amici e tutti coloro che lo incontrano sulle strade beneventane o napoletane. Gentile e preciso come un buon Ingegnere deve essere, Caporaso viaggiava sui tempi del suo personale stabilito a Roma nel mese di maggio. L'anello brasiliano di Rio de Janeiro gli stava regalando una buona gara, ma evidentemente avrà forzato troppo nella foga di recuperare posizioni. Come al solito era in crescita. La seconda parte di gara, quella dove di solito raccoglie per strada molti degli avversari che nei primi 25 km hanno spinto forte, gli avrebbe regalato molto probabilmente un piazzamento nei primi 20, forse anche meglio di quel Marco De Luca, il primo degli azzurri, che ha chiuso in 21esima piazza. Un vero peccato, ma l'importante era esserci. Caporaso non è un fenomeno, è soltanto un semplice ragazzo di provincia che dà l'anima per il suo sport. Ecco perché va apprezzato, sono quelli come lui che rendono unica l'olimpiade. La gara è stata vinta dallo slovacco Toth, un fenomeno per l'appunto, o superuomo se preferite. Secondo l'australiano Tallent, un altro che nelle gare che contano c'è sempre. Terzo il giapponese Arai, figlio di una scuola in crescita che si prepara all'appuntamento di Tokio 2020 nel migliore dei modi. Ritirato invece il terzo azzurro in gara Matteo Giupponi, bravissimo nella 20 km di qualche giorno fa, meno nella gara odierna che per molti è stata addirittura drammatica. Uno su tutti il fenomeno francese Yohan Diniz, in testa per oltre metà gara, costretto a rallentare e addirittura a fermarsi per un problema fisico prima di chiudere all'ottavo posto onorando però lo spirito olimpico. Sotto il sacro fuoco di Olimpia quello che conta è terminare la gara, stessa cosa che avrebbe voluto fare il nostro Teo a cui va fatto comunque un grandissimo applauso, perché per un semplice ragazzo di provincia, Ingengere di professione, aver partecipato è stato come vincere la medaglia d'oro.