Hanno portato via coperte e copridivani. E un computer, un iPad e una macchina fotografica. Il 'bottino' della perquisizione compiuta dai carabinieri nel casale di San Salvatore Telesino teatro del dramma che sta dominando le cronache da due mesi. Dal 19 giugno, quando nella piscina della struttura ricettiva, quel giorno chiusa, era stato rinvenuto il corpo senza vita di Maria, 9 anni, rumena.
Una storia agghiacciante, al centro di un'inchiesta che, diretta dal Procuratore reggente Giovani Conzo e dal sostituto Maria Scamarcio, fa ora registrare una novità con il sequestro del materiale all'interno dell'immobile. Ultimissima tappa di un'indagine per omicidio e violenza sessuale nella quale sono stati fin qui chiamati in causa, a vario titolo, Daniel, 21 anni, e la sorella Cristina, 29 anni, difesi dagli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo. Come anticipato da Ottopagine, negli ultimi giorni il lavoro degli inquirenti e degli investigatori, che prosegue senza soluzione di continuità, è stato scandito dall'ulteriore escussione di alcuni testimoni rimasti per ore negli uffici della Procura.
Persone informate sui fatti – amici e conoscenti di Daniel-, chiamate nuovamente a deporre sulle circostanze indicate dal 21enne rispetto ai suoi movimenti nella serata del 19 giugno. Resta da capire se qualcuna di loro possa aver eventualmente reso nell'occasione dichiarazioni diverse da quelle raccolte inizialmente dai militari, e se l'ulteriore mossa della Procura rappresenti soltanto un momento di approfondimento necessario a comporre un quadro sul quale incideranno i risultati delle attività dei Ris, o indichi un cambio di rotta.
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