di elleti

Se avete provato a collegarvi al sito della Gazzetta dello Sport, per sapere se Bolt la scorsa notte è entrato nella leggenda della Olimpiadi, ve ne sarete accorti. Il portale è stato hackerato. Non compare la home page rosa, ma una scritta in bianco con sfondo nero sovrastata da una gif (una immagine in movimento).

Non c'entra il terrorismo (quello di matrice islamica), ma quello digitale. Il blitz è firmato da un tale Amar Shg, che qualcosa di mediorientale pure ce l'ha (almeno nel nome). E non sembra un attacco agli infedeli che vogliono informarsi di calcio e atletica, ma un consiglio e una accusa all'umanità intera.

Questa la sommaria traduzione – dall'inglese - del messaggio: «Il mondo potrebbe essere perfetto... Eppure in una società che si considera intelligente, continuo a vedere orrore e follia. Come la guerra. Qual è il punto? L'umano rimane umano, e il mondo brucia ancora...Tu sei solo una piccola parte dell'umanità, eppure i tuoi problemi vengono sempre prima e ti dichiari infelice per quello che il Paese ti sta offrendo. Ma ho capito: sei un umano. Finché c'è questo tipo di pensiero il mondo non sarà mai perfetto. La soluzione è una sola: accetta la tristezza, perché quando non siamo perfetti siamo costretti a convivere. La cosa migliore che possiamo fare se si hanno dei problemi è una sola: vivere con la consapevolezza di non raggiungere la perfezione. Il mondo è malato, ma ci resta la speranza».

Il sermone di Ferragosto. A tratti incomprensibile – sarà forse colpa della nostra traduzione? - sicuramente tendente al vaneggiamento acuto.

Di certo dimostra la fragilità della nostra comunicazione ai tempi del digitale. Se un hacker mediamente esperto prende di mira un sito, c'è poco da fare. Le falle del sistema di protezione sono inevitabili. E se i pirati informatici riescono a penetrare nella rete della Cia o dell'Fbi, figurarsi con un organo di informazione, che di sicuro non nasconde segreti, ma solo notizie da divulgare.

E' questa fragilità a preoccuparci. In rete c'è tutto, anche quello che non dovrebbe. E l'accesso a questo tutto, per chi è capace di evitare i recinti digitali, è possibile a chi maneggia con sapienza lo strumento informatico. Non poche persone. E spesso invisibili.

Si tratta di burloni, truffatori, gente che non ha altro da fare o che ha trovato un modo per fare soldi, idealisti e terroristi. Un bel po' di varia umanità che si muove con una certa impunità. Le forze dell'ordine hanno pochi strumenti e poco personale capace di fronteggiare un attacco hacker. E, non accade solo nei film, spesso per fronteggiare un hacker è necessario un altro hacker. Cioè gente abituata a superare dei sistemi di sicurezza digitale.

Sul perché proprio la Gazzetta, chissà. Forse è un caso. Non c'è nulla di più innocuo di un quotidiano sportivo. O forse è stato solo più semplice trovare una falla. Lì piuttosto che Repubblica.