Campoli del Monte Taburno

Cammina avanti e indietro nervoso, fissa la strada. Ad ogni auto che spunta dalla curva aguzza la vista. In cuor suo, già sa chi, prima o poi, dovrà arrivare. Il corpo di Nicola è ancora a terra. Bisogna aspettare il medico legale, i rilievi. Ed è a quel punto che nella testa dei soccorritori si materializza il futuro prossimo: presto arriverano i familiari di quel giovane 25enne stroncato da un destino assurdo. Morto in un tragico incidente al rientro da una serata trascorsa con gli amici in paese. E mentre il sole illumina una giornata di agosto, la scena dell'incidente appare in tutta la sua drammaticità. Ed è per questo che un appuntato del Nucleo operativo e radiomobile di Montesarchio si prepara. Da un momento all'altro dovrà spiegare ad un padre e ad una madre che il loro unico figlio non c'è più. Stretto nella sua divisa, il militare dalla lunga esperienza, ha una mano sulla schiena. Quando stanotte è arrivato con i vigili del fuoco si è catapultato dalla gazzella per prestare i primi soccorsi. Ha raddrizzato quell'auto con tutta la sua forza e con una speranza grande: quella di ritrovare vivo il 25enne. Non è andata così, purtroppo.

Dalla curva spunta un'auto. Rallenta, si ferma sul ciglio della strada. “Eccoli” esclama il carabiniere. Sono i genitori di Nicola. Corrono a piedi verso la fiat panda ammaccata e nascosta alla meglio da un carro attrezzi fatto posizionare proprio dai militari davanti all'auto nel tentativo di nascondere il più possibile il corpo adagiato sull'erba e coperto con un telo termico dalle mani pietose dei soccorritori.

L'appuntato balza in avanti e li blocca senza esitazione. Abbraccia entrambi. Cerca di trattenerli. Loro, gridano. Vogliono sapere del figlio. A quel punto nulla può essere rinviato e nascosto. “Nicola non ce l'ha fatta” dice col capo chino quell'uomo in divisa che in quel momento è solo un padre, un amico. 
Il silenzio viene squarciato dalle urla dei genitori. Fermati a stento dal carabiniere che fa sedere quelle due persone distrutte, annientate da un dolore che purtroppo li seguirà per tutta la vita.  

Al.Fa