Salerno

La Cilentana apre nuovamente il confronto politico alla Provincia di Salerno. All’annuncio enfatico del presidente Canfora di una riapertura entro fine ottobre, arrivano le risposte al vetriolo da parte della gestione precendente dell’Ente di Palazzo Sant’Agostino. Si riapre la polemica sulla strada provinciale 430 che, da qualche anno, crea un percorso ad ostacolo ai tursiti sulla via del mare nel Cilento. «La Cilentana riaprirà, miracolo? – si interroga l’ex assessore provinciale Michele Cuozzo - No illusione,  se ne parlerà a fine estate, forse in autunno, lo ha detto Canfora. Lo stesso che nell'ottobre 2014 disse: tra qualche mese apriremo la Cilentana. Un presidente di tal fattezza, alla guida di una Provincia come la nostra - tra le più estese ed importanti d'Italia - è stata la peggior sciagura abbattuta sul Cilento”. Un commento al vetriolo da parte del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, con la strada provinciale 430 che è stata un tallone d’Achille anche durante la gestione Iannone di Palazzo Sant’Agostino. «La chiusura della Cilentana, ha creato danni irreparabili ai territori di quella parte della Provincia. – riprende Cuozzo - Danni non solo all'immagine di un territorio d'eccellenza, ma anche all'economia, alla crescita ed allo sviluppo. Anche quest'altra estate le migliaia di turisti hanno toccato con mano il disagio e grazie al l'incapacità del presidente Canfora, anziché pubblicizzare i luoghi di eccellenza esporteremo malessere,  disorganizzazione e pericoli nel resto d' Italia e d'Europa. La Cilentana rappresenta  solo la punta di un iceberg di una situazione ormai intollerabile. Decine di strada provinciali abbandonate e se stesse, dissestate ed impraticabili, Comuni e località semisolate». Poi l’affondo finale, con richiesta diretta al presidente Canfora di farsi da parte. «Invitiamo il Presidente Canfora ad attivare , al più presto, le procedure per indire le elezioni provinciali ed in pari tempo a farsi da parte considerato che non ha mantenuto una sola promessa ed ha fatto scivolare la Provincia nel baratro».

 

Redazione