Montefredane

Maledetto gioco. Una donna di Montefredane ha simulato una rapina pur di non dire al coniuge di aver perso 650 euro alle slot machine. Un gesto disperato, ma che non ha sortito alcun effetto: i carabinieri della stazione di Montefredane dopo una serie di indagini hanno scoperto il tentativo di raggiro.

La donna si era presentata alcuni giorni fa nella stazione dei carabinieri. Ha raccontato in modo concitato di essere stata avvicinata da due uomini che, armati, l'hanno costretta a consegnare 650 euro. Subito dopo i due sarebbero scappati a bordo di una moto.

Una dinamica e un racconto che hanno allarmato gli investigatori. Sono state visionate numerose telecamere di sorveglianza. Ma dei due malviventi nessuna traccia. Neppure l'ombra di una moto.

I carabinieri hanno iniziato a nutrire qualche dubbio sulla denuncia della presunta vittima. La donna è stata convocata di nuovo in caserma. E dopo una serie di contestazioni è crollata.

Ha ammesso di aver inventato tutto. Aveva troppo timore di confessare al marito di aver perso tutto al gioco. Avrebbe passato la serata in un locale del salernitano e lì sperperato alle macchinette l'intera somma di denaro.

La donna è stata denunciata per simulazione di reato alla procura di Avellino.

La vicenda ripropone il drammatico problema della ludopatia, che in Campania è diffusissima. Gli ultimi dati sono allarmanti. Il vizio del gioco è in costante aumento tra i giovanissimi. E – come visto – anche tra le donne.

Ma piuttosto che imporre limiti, divieti, riduzione delle sale, occasioni di “scommesse” in ogni dove, o licenze sul web, lo Stato preferisce chiudere entrambi gli occhi per incassare miliardi di euro. Soldi sulla pelle di quanti proprio non riescono a liberarsi dal vizio del gioco. E per lavarsi la coscienza poi istituisce la sezione “ludopatie” nei Sert, ben consapevole di alimentare una dipendenza dagli effetti spesso disastrosi.