Che tipo. Stravagante e giocherellone. Ironico e divertente. E’ così che si presenta Vladimir Baranka. 21enne rumeno. Ma sono 9 anni che vive in Italia. Si sente italiano.
Il paesino di Montemiletto, in provincia di Avellino, è la sua casa. Abita con suo padre e sua madre sulla “torrecella”. Una zona un po’ inquietante di sera. Ma bella al mattino quando arriva l’alba.
Parla molto bene l’italiano. Nonostante sia nato in Romania. A volte, tira fuori anche qualche parola in dialetto. A dir la verità, parla fin troppo. Gli piace stare in compagnia. Anche se sei disinteressato, continua con il suo discorso. Non gli interessa se non gli dai ascolto.
E ride. Ride costantemente.
Nonostante questo suo lato spiritoso, è un gran lavoratore. Fa l’ agricoltore a Montemiletto, presso l’azienda “Stefano Petrillo”. Sono sei anni. Sei anni che la mattina si alza alle cinque e va nei campi.
«Legna, vigna e uliveti - spiega Vladimir -, faccio un po’ di tutto». Dice che ormai è abituato alla sua solita routine. I suoi amici lo passano a prendere davanti casa. Lui si fa trovare sempre pronto.
Un sorriso stampato in faccia e inizia così la sua giornata. Tutto sommato, non gli dispiace stare in mezzo alla natura. Gli sembra di far parte di essa. Si sente libero. Libero dai problemi a casa.
«Amo stare con i piedi nel terreno - dice con orgoglio - a volte canto là in mezzo, quando nessuno mi sente», mi confessa con un sorriso. «Mi sento Dio».
Sì, adora fare il suo lavoro. Sottolinea però la fatica. E’ dura. Ha molti graffi sulle mani. E gli occhi stanchi.
Sono otto ore senza fermarsi. Solo 10 minuti di pausa quando mangia il suo panino. Anche se non placa la sua fame. Ci vorrebbe una tavolata imbandita. Quando torna a casa è sfinito. Il tempo di una doccia e poi va a riposare. I suoi genitori non osano neanche svegliarlo. Deve recuperare molte ore di sonno.
Gli chiedo se tutto ciò ne vale la pena. Lui dice di sì. Guadagna 40 euro al giorno e gli basta. Sono i soldi che spende per coltivare la sua unica passione. «Mi piace ballare - afferma Vladimir. «La sera non faccio altro». Parla con entusiasmo. Da piccolo, era il suo sogno. Diventare ballerino. Si muoveva anche bene, dicono i genitori. Ma come al solito, i sogni non sono realtà.
Vladimir nonostante tutto, non si dà per vinto. «La mia specialità è il reggaeton - spiega -. I sabato sera con due amici, andiamo in discoteca». Di preciso, gli piace andare al Fantasy Village a Benevento. Si scatena tutta la notte. Si sente sé stesso. Conduce una sorta di doppia vita. Lavoratore di giorno e festaiolo di notte. Ed è contento così.
Ammette però che lasciare la scuola a 16 anni, è stato un colpo. Gli piaceva studiare. Frequentava l’istituto alberghiero. Andava forte in matematica e fisica. Ma il dovere chiamava. Il padre l’ha messo di fronte alle sue responsabilità. Era ora di portare i soldi in casa. Alla fine gli va bene così.
E’ soddisfatto della sua vita. Ma ha da ridire su quella dei suoi coetanei. «Il lavoro c’è - inizia così -, ma sono i giovani che vogliono campare sui genitori». Non li sopporta i nullafacenti. «Fanno gli scrocconi per 0.80 euro di caffè». E conclude: «E’ una vergogna».
Alessia Dello Iacono
(studentessa che ha partecipato al corso di Ottopagine nell'ambito dell'iniziativa scuola/lavoro)