Tufo

L’argomento n. 2 di cui in oggetto, nell’avviso di convocazione dell’odierno Consiglio comunale riporta testualmente “Adesione del Comune di Tufo allo società consortile a responsabilità limitata “G.A.L. IRPINIA-SANNIO”.

Così come rappresentato, a nostro avviso, l’argomento rappresenta una palese illegittimità con conseguente invalidità legale e amministrativa dell’atto che da qui a breve si andrà ad approvare.

Infatti il Presidente del G.A.L. “Partenio”, del quale siamo ancora parte integrante, invia una nota di diffida al Sindaco e a tutti i Consiglieri comunali lo scorso 26 luglio, nota che oggi avremmo dovuto trovare agli atti del consiglio, anch’esso un fatto di estrema gravità procedurale, è come se si fosse deciso di tenere volutamente all’oscuro l’intero civico consesso e quindi l’intera comunità, ma ormai il modus operandi del nostro sindaco è noto a tutti, mai però riusciremo ad abituarci alle scorrettezze e sempre le renderemo pubbliche affinché tutti i cittadini possano rendersi conto da chi sono amministrati.

La nota di cui sopra, spiega con estrema chiarezza, tra le altre cose, che ““I territori dei Comuni partecipanti devono ricadere interamente nell’ambito di una SSL o Gal; è fatto divieto di frazionamento del territorio di un Comune in aree LEADER interessate da Gal diversi; in nessun caso un comune può essere compreso in due o più aree LEADER”;…- il Comune di Tufo è socio del Gal Partenio avendo sottoscritto una quota pari a € 500,00”. La nota si conclude con un “Si invita pertanto il destinatario a far pervenire entro 5 gg. dalla ricezione della presente, data la ristrettezza dei tempi, comunicazione in ordine alla volontà del Comune. Resta ovviamente fermo che nel caso di eventuale violazione dello Statuto, il Consorzio attiverà la procedura di esclusione prevista dall’art.12 dello Statuto stesso”.

Io non so se i signori consiglieri qui presenti sono stati portati a conoscenza di questa comunicazione da parte del GAL “Partenio”, ma sta di fatto che la decisione del Sindaco di portare in Consiglio l’adesione a questo fantomatico GAL “Irpinia-Sannio” ancora inesistente, comporta di per sé la fuoriuscita automatica dal GAL “Partenio”, del quale facciamo parte e con il quale abbiamo stretto vincoli e obbligazioni di ordine amministrativo e progettuale, dalla cui adesione abbiamo ottenuto, solo per citare i risultati più importanti: le attività formative e attrattive di Farm (28.000 euro nel 2012, 5.000 nel 2014), il finanziamento del Museo multimediale delle miniere (66.340 euro), il bando, rivolto ai privati, per destinare alcuni locali del castello longobardo da adibire ad attività ricettiva, etc etc.

D’altra parte, la mancata adesione al nostro GAL di appartenenza comporterebbe la perdita di importanti opportunità per la nostra comunità, come le azioni di finanziamento previste e le premialità che il Comune di Tufo potrebbe avere nel caso in cui volesse partecipare ad altre misure del PSR, in quanto non rientrante in una Strategia di Sviluppo Locale approvata.

Ma c’è di più.

Nei criteri di ammissibilità del bando, al punto 6 lettera d. è specificato che “i comuni che costituiscono l’area LAEDER devono appartenere ad ambiti omogenei e contigui dal punto di vista territoriale” condizione obbligatoria affinché si possa entrare a farne parte.

Il Comune di Tufo confina con Altavilla, Petruro, Prata P.U., Santa Paolina e Torrioni, comuni questi che non aderiscono a questa nuova aggregazione, pertanto viene meno la condizione obbligatoria di cui sopra.

Per essere più chiari, il Comune di Tufo, si pone come capofila di una nuova società consortile della quale non può farne parte perché manca questo fondamentale requisito, mettendo seriamente a rischio le misure di finanziamento stabilite nel bando per la nostra comunità.

Quindi, riepilogando in sintesi: Tufo esce inopinatamente dal GAL di appartenenza, pur non avendo alcuna legittimità giuridico-amministrativa si avventura in una operazione che non gli consentirà alcuna adesione, per cui il risultato è quello di condannare il comune simbolo dell’area docg del “Greco di Tufo” a capitanare una insensata operazione di separazione leghista che lo porterà solo a un irreversibile quanto dannoso isolamento.

Questa operazione avrà il solo obbiettivo di trasformare il comune storicamente riconosciuto come promotore delle politiche intercomunali di quest’area, nonché fondatore dell’idea “Città del Greco”, in quello che ne organizza di fatto la disgregazione, mettendo seriamente a repentaglio i rapporti con gli altri comuni e le iniziative consortili già avviate, in primis quella relativa alla gestione delle restauranti ex Miniere di zolfo.

Il Gal Partenio ha intenzione di partecipare al Bando Pubblico “Strategia di Sviluppo Locale” codice misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale LEADER (SLTP – Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo) a valere sul Programma di Sviluppo Rurale per la Campania 2014-2020. E questo intento, in piena fase di realizzazione, sarà un’occasione persa per tutti noi, una volta che questa maggioranza deciderà di approvare l’adesione al nuovo GAL.

Ma chiarito lo scenario, e tenuto conto di quanto esplicitato in merito all’illegittimità dell’iniziativa, vorrei chiedere al Sindaco:

Perché il Comune di Tufo dovrebbe uscire dal GAL Partenio? Qual’è la vera motivazione, visto che non ci sembra del tutto improduttiva la sua appartenenza, anzi direi proprio l’opposto leggendo la Strategia di Sviluppo per i fondi europei LEADER 2014-2020?

Cosa c’è di tanto utile e di attrattivo nel voler aderire a tutti i costi a questo nuovo GAL, col forte rischio che questo lavoro possa essere vanificato da tutti gli adempimenti a farsi, visto che, progetto da presentare incluso, dovranno essere conclusi entro il 30 agosto 2016, con la possibilità fondata che Tufo resti fuori dall’uno e dall’altro lato a danno dei cittadini e degli operatori economici e sociali?

 

Al di là delle capacità di compimento amministrativo del nuovo GAL, ma cosa c’è di coerente con comuni, che tra l’altro non si sa ne chi sono e ne quanti saranno, in quanto furbescamente non esiste un elenco fondativo di base degli enti locali, che appartengono ad estremi geografici regionali opposti e privi di una comunanza territoriale e di una programmazione uniforme? L’unica cosa certa è che il Sindaco del comune di Tufo spacca l’area del Greco di Tufo per unirsi a pezzi di quella del Fiano, del Taurasi e della Falanghina beneventana!

 

Ma cari colleghi consiglieri ci state riflettendo su tutto questo?

E cosa ha da dirci invece, rispetto a questa prospettiva di disgregazione il consigliere delegato alle politiche del Greco di Tufo?

Si è sempre parlato di fare sistema in questa area, si è sempre detto che lo stare insieme ci avrebbe reso più forti e credibili soprattutto in virtù del marchio che rappresentiamo e in un sol colpo si spazza via il lavoro di oltre un decennio per uno strabismo amministrativo che sta facendo piombare questa comunità in un isolamento senza eguali.

Noi da par nostro faremo valere le nostre idee spiegando alla gente il vostro cattivo operato che porterà questa comunità verso una deriva senza ritorno.

Far parte di un organismo intercomunale comporta un complesso di vincoli e obbligazioni multilaterali per cui non si possono trattare sia l’adesione che la fuoriuscita con una iniziativa unilaterale, che non tiene conto delle relazioni e delle conseguenze dei rapporti con gli altri comuni parteners.

Inseguire motivi di insoddisfazioni e, di riflesso, miraggi di appagamento in modo istintivo e autoreferenziale, senza tener conto degli attori presenti sul territorio, sia pubblici che privati che ne fanno parte anche formalmente, è un atto che non si puo’ di certo ascrivere alla politica quanto a una visione tutta personalista e velleitaria che non è frutto di una cultura politica e amministrativa ma di un modo di intendere la gestione della cosa pubblica in senso pseudo aziendalista, che non riuscirà mai a coniugare le legittime esigenze di produttività amministrativa con quelle dell’ottenimento di strumenti e risorse reali per realizzarla in modo efficace e responsabile.

Per queste ragioni, rappresentate in modo circostanziato e non frutto di un pregiudizio, e aggiungendo che il deliberato, tra l’altro è anche privo del parere vincolante del Revisore dei Conti, inficiandone l’approvazione stessa chiedo, a nome del gruppo che rappresento, che questo Consiglio comunale piuttosto che avventurarsi per una strada di non ritorno, più saggio sarebbe che voti per il rinvio della deliberazione, al fine di verificare l’esistenza di tutti i presupposti per la partecipazione al bando e soprattutto per valutare la convenienza ad allontanarsi dal territorio di naturale riferimento producendo, così, una serie di conseguenze nefaste per la nostra comunità e per i comuni appartenenti all’area docg del “Greco di Tufo, condannando il nostro paese all’isolamento e al ristagno di politiche di sviluppo non potendo di fatto far parte di alcun altro GAL e pregiudicando di riflesso ogni iniziativa associativa intercomunale futura.

Nel caso non venga raccolto il nostro appello, preannunciamo voto contrario.