E' arrivato l'addio. Dopo 7 anni Biagio Flavio Mataluni dice basta, come annunciato, alla gestione del Montesarchio. E saluta i tifosi e la città con una lettera, piccata in alcuni punti ma che riflette le emozioni trascorse in questi sette anni.
Questo il testo della lettera inviata da Mataluni:
Eccoci qua, siamo giunti all'epilogo. Non sarò più il presidente del Montesarchio. Ci ho messo un po' di tempo per scrivere queste righe e vi assicuro che non è stato facile, così come non è stato facile prendere questa sofferta decisione. Sono tanti i motivi che mi hanno spinto a decidere in tal senso, molti di più rispetto ai motivi che mi indurrebbero a proseguire.
Sicuramente la mancanza di tempo dovuta agli impegni lavorativi che mi vedono sempre più coinvolto e la voglia di dedicare il poco tempo libero esclusivamente alla famiglia.
Da sempre malato di calcio, quando ho iniziato la mia avventura dilettantistica, nell'ormai lontano 2005, sognavo di poter diventare un giorno il presidente della squadra del mio paese e tentare di ridarle il lustro degli anni 70, 80 e 90. Quando si è verificata l'opportunità di subentrare nella gestione, nel 2009, io e il mio caro amico Nunzio non ci abbiamo pensato due volte e ci siamo buttati a capofitto in questa avventura.
In 7 stagioni il mio Montesarchio ha letteralmente abbattuto ogni tipo di record: due campionati vinti, 2 finali play off disputate, record di gol segnati in tutta la storia del Montesarchio, record di vittorie in una sola stagione, record di punti in promozione ottenuti da una squadra caudina, record di punti in prima categoria ottenuti da una squadra sannita, record di piazzamento e di punti ottenuti da una squadra caudina in eccellenza, 4 stagioni su 7 miglior attacco.
In totale abbiamo disputato, escludendo coppe e play off, 208 Gare di cui 128 vinte, 45 pareggiate e 35 perse. Totalizzato 429 punti, segnato in totale 484 gol e subiti 186. Media punti totale 2,06 a partita, media gol di 2,32 a partita. Su 22 derby caudini giocati abbiamo totalizzato 13 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte (2 col San Martino, 1 col Cervinara).
Si sa, chi vince è sempre antipatico. Nel mio caso è stato un po' peggio. Nel corso degli anni c'è stato chi ha sperato che la propria squadra emulasse il Montesarchio. Non riuscendoci, si è inasprita l'antipatia nei miei confronti trasformandola in odio. Sono stato insultato in tutti i modi, mi hanno deriso per il mio aspetto fisico, hanno insultato il mio lavoro e la mia famiglia.
Fortunatamente, a differenza di questi personaggi, non ho mai avuto bisogno del calcio per avere visibilità. E ogni volta che mi hanno offeso, ho provato pena per loro perché ho capito che in quel momento di autoesaltazione stavano sfogando la repressione di una vita sportiva e personale piena di ingloriosi insuccessi. Poverini.
Ritengo invece doveroso ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo viaggio meraviglioso. Tutti i calciatori che hanno giocato per me e per la maglia del Montesarchio, NESSUNO escluso. Tutti i dirigenti che hanno contribuito, tutti gli allenatori e i componenti dei vari staff. Ringrazio per l'immenso lavoro Zio Raffaele Lonardo e Nicola Tròtrò.
Ringrazio il gruppo ultras, nonostante si siano sciolti e non ci abbiano seguito negli ultimi due anni. Li ringrazio perchè fin quando ci sono stati, ed alcuni di loro anche dopo, hanno lottato insieme a noi per gli stessi obiettivi, ovvero difendere e portare in alto il nome della nostra città.
Ringrazio quei pochi fedelissimi che non hanno mai perso una trasferta, tipo Tommaso e Carmelo Russo.
Più di tutti voglio ringraziare i miei amici, coloro che sono stati al mio fianco, chi da poco tempo chi da sempre, chi ci hanno messo l'anima solo per amicizia e lealtà nei miei riguardi. Parlo di Nunzio Nazzaro, Alfredo Caturano, Ignazio de Mizio, William Ciavattone, Pasquale Ferraro, Cristiano Vella, Silvio Maglione, Antonio dello Iacovo, Tommaso d'Ambrosio, Guido Mataluni, Gino Dello Iacovo, Pasquale Dello Iacovo e Giuseppe Reale.
Mi mancherà il Montesarchio, mi mancherà il calciomercato, mi mancherà il mese di preparazione, l'attesa dei gironi e dei calendari, l'attesa snervante del'inizio della stagione; mi mancherà andare sul campo, entrare nello spogliatoio e scambiare qualche battuta coi calciatori e con lo staff; mi mancheranno gli sguardi tesi dei ragazzi prima di una gara importante, l'urlo di rito dopo il riconoscimento; mi mancherà il fango dell'allegretto nelle giornate piovose; mi mancherà esultare a squarciagola dopo i gol, la tensione dei minuti finali quando vinci di misura, l'urlo liberatorio dopo una vittoria; mi mancheranno le cene di squadra e i pranzi pre-gara da Rovy, al quale va tutto il mio ringraziamento e la mia riconoscenza per averci supportato e sopportato in questi ultimi 5 anni; mi mancheranno le lunghe trasferte domenicali, quando si parte presto la mattina e si torna tardi la sera; mi mancheranno le trasferte del sabato, quando finito di lavorare, di corsa in macchina, a volte anche da solo, per seguire la squadra; mi mancheranno i miei riti, scendere le scale di casa prima della gara sempre col piede destro, prendere la sciarpa e attaccarla in vita solo prima di entrare allo stadio; mi mancheranno le mie ramanzine con la squadra in silenzio ad ascoltami e i miei discorsi di incitamento; mi mancheranno tutte queste emozioni, attimi e sensazioni vissute che ho cercato di raccontare in poche righe ma che sono molto, molto di più.