San Mango sul Calore

A casa vostra c'è un muro pericolante, voi pagate la ditta per le riparazioni. Vi rassicurano sulla riuscita dei lavori e sull'impegno preso. Passano pochi mesi e quel muro crolla. I vostri bimbi sono salvi per miracolo perché non si trovavano lì sotto in quel momento. 

Crediamo, gentili lettori, che a questo punto sareste quantomeno furiosi e armati d'avvocato pronti a far causa. Pensate a un disagio simile elevato all'ennesima potenza, dove a rischiare sono i figli e gli abitanti di più paesi.

Questo è infatti quello che sta accadendo ai comuni attraversati dalla vecchia Ofantina 7 bis. San Mango, Luogosano, Paternopoli, Gesualdo, Castelvetere, Montemarano, in sintesi, tutta la Media Valle del Calore. Lo scorso ottobre un nubifragio ha causato diverse frane che hanno bloccato l'area. Mettendo a repentaglio l'incolumità dei cittadini.

Per capire la gravità della situazione, senza quella strada, se succede un codice rosso, serve l'elicottero per assicurare i soccorsi. (Guardate le foto a fine articolo scattate da Teo, nostro lettore che ringraziamo)

Così ad ottobre, dopo il disastro naturale causato dal mal tempo, provincia e comuni si mobilitarono per risolvere il problema e assicurare sopravvivenza al nucleo industriale già isolato a causa della propria posizione.

Investimenti consistenti per la messa in sicurezza e disagi per gli automobilisti costretti a manovre improponibili nell'attesa che quei terminassero.

Quando questo è avvenuto, hanno tirato tutti un sospiro di sollievo. Pericolo scampato? Nemmeno per sogno.

Due giorni fa il mal tempo ha riacceso le paure. Un banale temporale estivo, una frana in tre punti del Monte Tuoro. Uno di questi coincideva con l'area messa in sicurezza ad ottobre. Quelle protezioni si sono rivelate inefficaci. Strada bloccata, tragedia evitata per miracolo. Nessuno passava di là in quel momento.

Oggi, un cittadino di San Mango, Teo, si è fatto portavoce del dissenso di tanti suoi paesani:

“Siamo di nuovo punto e a capo. Isolati dal mondo e da Dio. Come se questo non bastasse, domenica abbiamo la “Cavalcata di Sant'Anna”, tradizione antichissima della nostra comunità. Per la manifestazione arrivano pullman dappertutto, l'anno scorso persino dalla Scozia. Ma con la strada ridotta così non sarebbe possibile. Un percorso alternativo è impensabile. Per andare ad Avellino, per esempio, bisogna compiere un viaggio dantesco. Attraversare le vie interne, uscire a Lapio, poi passare per Chiusano San Domenico e solo allora dirigersi verso il capoluogo.

Intanto, dopo l'incontro in prefettura di ieri, oggi ripartono i lavori di messa in sicurezza da parte della provincia.

“Gli interventi concordati con la Provincia – ci spiega il sindaco di Chiusano San Domenico, Carmine De Angelis – sono pulizia strato stradale , rete paramassi lungo il tratto e canalizzazione acque”. Proprio il comune del giovane primo cittadino ha già provveduto alla pulizia delle strade di propria competenza.

“Stanno lavorando ora e credo che tra tre giorni si apre un tratto parziale della carreggiata . È' evidente che occorre insieme agli enti preposti una valutazione di un intervento idrogeologico complesso”.

Proprio in ragione di un fatto tanto grave e vitale per più comunità, è necessario che stavolta gli interventi siano davvero risolutivi, e non si limitino come l'ultima volta alla classica pezza tappa-buchi.

Tutti i comuni maggiormente interessati dal disagio, devono far rete e muoversi con tempestività ed efficacia, pressando per quanto possibile la provincia dove necessario. Aspettare la tragedia, sarebbe la più imperdonabile delle colpe.

Andrea Fantucchio