Dallo logistica alla Telesina, dalla desertificazione del dibattito politico nel Sannio all'inconsistenza del centrodestra locale. Seppur 'frenato' dal contesto natalizio, Pasquale Viespoli non rinuncia a rivendicare la proprie estraneità «a un pensiero unico che certo non aiuta a far esplodere le potenzialità del territorio». E così il tradizionale scambio degli auguri con gli organi di informazione si trasforma presto in una conversazione utile a fare il punto sulle tematiche di più stretta attualità. A partire dalla nuova contrapposizione tra Sannio e Irpinia determinata dalla comune volontà di cogliere le opportunità legate all'Alta Capacità Napoli-Bari attraverso la realizzazione di una piattaforma logistica. Un dualismo messo a bando, soltanto poche settimane fa, dai rappresentanti istituzionali dei due territori nel corso di una iniziativa promossa, tra l'altro, proprio da MezzogiornoNazionale. Ma che oggi riesplode. «L'unica posizione equilibrata emersa dal dibattito è quella di Stefano Caldoro che ha invitato tutti a ragionare per giungere alla soluzione più ovvia: la logistica si fa dove più utile». Per il resto, sottolinea Viespoli, «se l'Irpinia può contare su una classe dirigente più dinamica, su un presidente di Confindustria capace di difendere gli interessi della propria realtà, il problema è a Benevento, dove regna l'immobilismo, non ad Avellino». Quanto al progetto di palazzo Mosti, se la piattaforma di contrada Olivola è ancora al palo le motivazioni sono da ritrovare «nel mancato protagonismo degli imprenditori, pure previsto dallo studio di fattibilità più volte citato in queste settimane». Anche se, puntualizza il presidente di MN, «il sindaco fa il suo mestiere. Sono l'opposizione e i partiti del centrodestra che non fanno il proprio». Soprattutto verso questi ultimi, Viespoli non molla la presa: «Per una volta sono io a fare una domanda. Riuscite a ricordare un volantino, una iniziativa o un manifesto prodotti dai partiti del centrodestra?». Ma anche alla minoranza di via Annunziata non sono concessi sconti. «La vicenda Amts è paradossale. L'unico a fare opposizione è il sindaco Fausto Pepe che – dimostrando onestà intellettuale – ammette che le responsabilità della scarsa competitività del territorio sono da addebitare all'esperienza di governo alla Rocca del centrosinistra. L'opposizione, invece, non trova di meglio che dichiarare guerra all'Air». Dal paradosso alla «barzelletta»:la querelle sulla Telesina. «C'è una sola verità. Un dato storico: ogni qual volta il centrosinistra giunge al governo del Paese, dobbiamo registrare un arretramento. E oggi non c'è chiarezza sulle procedure né sulla quantità di risorse a disposizione: una barzelletta atroce». E anche le responsabilità del Movimento 5 Stelle sono tutte da valutare. «Inserendo la Telesina tra i provvedimenti a carattere localistico, i grillini sconfessano l'impostazione sancita dalla Legge Obiettivo che riconosceva l'interesse strategico dell'opera. Ma se una proposta approvata in commissione Bilancio non viene inclusa nel maxiemendamento del governo – in barba a una prassi consolidata – vuol dire che è mancato il peso politico-parlamentare». E comunque, nella migliore delle ipotesi, l'emendamento «avrebbe prodotto una accelerazione su un percorso di costruzione di una incompiuta». Valutazione che Viespoli estende alla Fortorina, altra infrastruttura compresa «in uno Sblocca Italia che non sblocca nulla», e che «o arriva a San Bartolomeo in Galdo o non è. Bisogna avere il coraggio di dire che quanto è stato realizzato fino ad ora è uno spreco. E le soluzioni alternative c'erano. Forse erano poco dispendiose...». L'ultima stoccata è in relazione alla recente iniziativa in città di Vincenzo De Luca. Pure le pretese liberazioniste del sindaco di Salerno incappano nella censura di Viespoli. «Forse conosce così bene Pepe, Ricci e De Caro che è consapevole della necessità di liberare il Sannio dal loro governo... Per restare al tema delle luminarie installate nel capoluogo è proprio il caso di dire che il Pd se la suona e se la canta da solo».
di Antonio Corbo