L'hanno telefonata più volte, fino a convincerla che aprire quel conto scommesse avrebbe fruttato guadagni per la sua attività commerciale. La barista di Lacedonia ci ha creduto e alla fine è rimasta truffata. Ed ha denunciato consentendo ai Carabinieri di avviare le indagini che hanno portato alla denuncia di tre persone, un 50enne e due ragazze poco più che ventenni, tutti residenti in provincia di Roma. Sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino perché ritenuti responsabili dei reati di truffa in concorso e sostituzone di persona.
I fatti. I tre romani, fingendosi operatori di un’azienda che si occupa di giochi a pronostico, telefonicamente, sono riusciti ad ingannare l'ignara barista di lacedonia. Attraverso ricariche su carte prepagate, la donna ha versato complessivamente la somma 2.500 euro. Servivano ad aprire il conto scommesse di cui poi avrebbero potuto usufruire i suoi clienti. Una volta aperto il conto, i referenti della fantomatica azienda di scommesse on line non si sono fatti più sentire. La donna, così, ci ha messo poco a capire di di essere stata vittima di una truffa. A quel punto, l'unica cosa da fare era sporgere denuncia presso la Stazione dei Carabinieri.
Le indagini. Grazie alla segnalazione della barista, i militari dell’Arma avviavano una serie di controlli, riuscendo in breve tempo a risalire agli intestatari delle carte prepagate sulle quali erano state effettuate le ricariche. Qui, la seconda sorpresa. Gli stessi, a loro volta, risultavano essere ignare vittime a cui precedentemente erano state sottratte le generalità utilizzate per l’intestazione delle citate carte prepagate. Con tale raggiro i truffatori pensavano di ingannare gli investigatori. Purtroppo per loro, non sarà così. Approfonditi accertamenti permettevano di accertare un ulteriore passaggio di denaro: infatti, dalle carte prepagate intestate a terzi, i truffatori prelevano le somme e le versavano su conti di gioco on-line aperti su piattaforme per le scommesse sportive. Quindi, con il denaro a loro disposizione, effettuavano delle giocate facendo però accreditare le vincite su carte prepagate intestate a loro.