Benevento

“Ringrazio tutti le amiche e gli amici del Partito Democratico che mi hanno manifestato il loro sostegno e la loro fiducia per l’inizio di questo nuovo percorso che mi vede alla guida del Circolo di Benevento”. Così all’indomani dell’assemblea cittadina interviene Giovanni De Lorenzo neo coordinatore del circolo Pd di Benevento. “Un doveroso ringraziamento va a Marcello Palladino che, con un gesto di grande responsabilità politica, sensibilità e correttezza, ha assunto una decisione difficile, ma indispensabile per riflettere su ciò che è successo alle scorse elezioni amministrative e per riorganizzarci e ripartire con maggior forza. Credo che il dato delle recenti elezioni imponga un’assunzione di responsabilità ed un impegno reale e concreto da parte di chi, come me, fa parte della cosiddetta società civile ed è estraneo a precedenti esperienze amministrative. Guardando, infatti, la composizione delle liste facenti capo al PD ed i risultati elettorali dei singoli candidati, emerge un dato confortante relativo a tutte quelle persone, donne ed uomini, non necessariamente giovani da un punto di vista anagrafico, ma nuove, credibili, qualificate, radicate sul territorio ed operanti in questa realtà, da cui bisogna necessariamente ripartire. Abbiamo degli indubbi ostacoli davanti a noi – spiega anche De Lorenzo -, dettati da luoghi comuni e pregiudizi. Innanzitutto il rapporto con i giovani che, al giorno d’oggi, si vedono rappresentati da quei movimenti che si definiscono antipolitici ed antipartitici. Bisogna riaprire il dialogo con loro e puntare sui Giovani Democratici per la creazione della classe dirigente del futuro. Come tutti i partiti di governo, e noi lo siamo a livello nazionale e regionale e lo siamo stati fino a pochi giorni fa in città, inoltre, veniamo visti come l’incarnazione della vecchia politica. E’ un’affermazione, questa, a mio avviso ingenerosa. Guardando il dato elettorale ed il grande capitale umano a disposizione, abbiamo la possibilità di offrire un’immagine migliore, cercando il dialogo, raccogliendo idee e contributi, concentrandoci sul merito e sulle competenze di ognuno.

Per questo, non sarò solo nello svolgimento di questo compito che si prospetta gravoso. Ho intenzione di coinvolgere e di far partecipare più persone, creando un gruppo di lavoro, per seguire meglio e con maggior forza le tematiche e le problematiche che la nostra città e i nostri concittadini ci presenteranno. Ed, ovviamente, per seguire al meglio e vagliare l’attività posta in essere dalla nuova amministrazione comunale. Proprio perché ho vissuto in prima persona i mesi di campagna elettorale ed ho visto il comportamento di tanti, mi rivolgerò in primo luogo a coloro che si sono impegnati realmente, fattivamente e con grande entusiasmo.

Cercherò, però, di non trascurare il contributo di tutte le amiche e gli amici che vorranno esprimere le proprie idee ed il proprio pensiero. Abbiamo un indubbio problema di unità all’interno del partito. Come in ogni gruppo di persone, che sia definito partito, associazione, squadra o altro, è giusto che ci siano idee, opinioni e valutazioni differenti, spesso antitetiche, e bisogna dare spazio a tutti. In cambio, però, ci vuole correttezza. Nessuno ci ordina di stare tutti insieme, ma se stiamo insieme dobbiamo tutti contribuire alla causa comune e seguire la linea del partito. Non è accettabile continuare ad assistere ad interventi pubblici che hanno come unico scopo ed unico risultato quello di destabilizzare e minare l’immagine del nostro partito. Ai nostri concittadini non interessano le “guerre” interne, le fazioni e le correnti, se non per questioni di gossip o per qualche chiacchiera al bar. Ai nostri concittadini interessano i loro problemi e le soluzioni che noi possiamo e dobbiamo proporre e dar loro.

Per questi motivi, bisogna ridare centralità al circolo cittadino, inteso come luogo di incontro, di discussione, di confronto e di formazione della nuova classe dirigente, coinvolgendo anche i più giovani. Focalizzandoci sul concetto di innovazione, che guarda al futuro, e non su quello di rottamazione fine a se stessa, poiché le vicende passate e l’esperienza di tanti servono per costruire il futuro e cercare di evitare di commettere gli stessi errori”.