Montoro

Confermato il sequestro dei beni per il finto cieco di Montoro. Il tribunale del riesame ha, infatti, rigettato il ricorso presentato dal 48enne, G. L. le sue iniziali. Lo scorso 27 giugno un provvedimento di sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Avellino su richiesta della locale Procura della Repubblica, gli era tato notificato dalla Guardia di Finanza di Solofra. L'uomo è stato pedinato dagli uomini delle fiamme gialle che lo hanno immortalato durante la sua giornata trascorsa per le strade di Montoro. Secondo la Guardia di Finanza il 48enne non aveva una cecità totale come invece emergeva dagli accertamenti sanitari cui era stato sottoposto. La vicenda nasce nel 2003.

L'ospedale di Larino, prima, e la commissione sanitaria dell'Asl di Avellino, poi, gli aveva rilasciato una diagnosi di cecità con residuo di 1/20 per entrambi gli occhi. Due anni più tardi la situazione si aggrava e si passa ad una cecità assoluta. Dal 2003 ad oggi il falso invalido ha percepito tra pensione di invalidità ed accompagnamento all'incirca trecentoquarantamila euro. Somme che secondo la Guardia di Finanza l'uomo non aveva diritto di percepire perchè ovviamente non era cieco.

Il gip del tribunale di Avellino, il dottore Giuseppe Landolfi, sulla base delle risultanze degli investigatori ha disposto un sequestro per equivalente. L'accusa nei confronti dell'uomo è di truffa aggravata. C'è da dire, però, che di quei trecentoquarantamila euro con ogni probabilità il 48enne sarà costretto a restituirne poco più della metà ovverosia gli importi percepiti dal 2010 al 2016. Per gli anni dal 2003 al 2009 il reato contestato è andato infatti in prescrizione. Al provvedimento del Giudice, che disponeva l’ablazione di beni fino all’ammontare del valore di 186426 euro (considerato che per le indennità percepite fino al 2009 è intervenuto il termine di prescrizione del reato in esame) veniva data esecuzione dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Avellino mediante congelamento della somma di 11742 euro disponibile su un conto corrente e per la restante somma tramite il sequestro di un villino di proprietà dell’indagato, ubicato nel Comune di Montoro. Contro tale decreto,  l’indagato unitamente alla propria consorte, al fine di riottenere i beni sequestrati, ha proposto ricorso che, però, è stato rigettato dal Tribunale di Avellino in composizione di Riesame, con contestuale condanna anche al pagamento delle spese. 

G.A.