Benevento

Luigi Ionico, Angelo Miceli, Annachiara Palmieri; Sergio Tanga, Francesco Nardone, Ernesto Canelli e Francesco Pio Pepiciello hanno depositato un lungo documento indirizzato al Segretario provinciale del partito democratico, Carmine Valentino. Un intervento articolato in cui gli iscritti al Pd dissentono dalla metodologia utilizzata dal partito dopo la schiacciante sconfitta elettorale e cercano, però, di tracciare una linea di distensione all'indirizzo del segretario cittadino Pd che sarà eletto oggi al termine dell'assemblea dopo le dimissioni di Marcello Palladino e del presidente del circolo di Benevento, Nazzareno Lanni. Dimisisoni che secondo Luigi Ionico, Angelo Miceli, Annachiara Palmieri; Sergio Tanga, Francesco Nardone, Ernesto Canelli e Francesco Pio Pepiciello “hanno costituito un momento politico ed avrebbero richiesto una soluzione politica. Lo scoramento e lo sconforto per quella che è apparsa una sconfitta di notevoli dimensioni in larga parte dell'Italia, era più acuto nella nostra Città perchè, con la coalizione, si era sfiorato il 50% al primo turno, anche in virtù dell'encomiabile impegno profuso da tutti i candidati, sia quelli di più stagionata esperienza sia quelli più giovani, più spigliati ed entusiasti, ma anche perché c'eravamo illusi che un certo trend favorevole degli ultimi giorni potesse modificare in senso positivo l'esito del ballottaggio. Per lenirci le ferite, ritrovare le motivazioni di uno stare insieme, stimolare il senso di responsabilità e l'orgoglio di appartenenza che c'è in ognuno di noi, si sarebbero dovuti favorire momenti di confronto e di dibattito sia per ricercare le ragioni, le cause degli insuccessi, sia per delineare un rilancio dell'azione politica e, nel contempo, dell'assetto organizzativo del Partito, funzionale ad una maggiore partecipazione attiva degli iscritti e degli elettori. Il luogo istituzionale del Partito a questo deputato era e resta l'ASSEMBLEA PROVINCIALE. In essa, infatti, si sarebbero potuti analizzare non solo i risultati deludenti come Benevento, San Giorgio del Sannio e Dugenta, ma anche quelli di realtà dove si sono avute splendide riconferme o sensibili avanzate. Si sarebbe potuto far tesoro degli errori commessi ma anche delle tante positività espresse e realizzate. Un azzeramento – spiegano i firmatari del documento - anche della Segreteria provinciale sarebbe stato un grande atto di coraggio che avrebbe consentito un democratico confronto di idee (in una possibile “due giorni” come pure concordato nell'unico ed ultimo incontro a matrice PD del Cattaneo il 26 giugno scorso) al termine del quale si sarebbe potuto serenamente rieleggere il Segretario (atteso che nel partito non esiste una minoranza!) e, di poi, nominare la Segreteria. Si è disperso quel grande patrimonio di circa il 40% dei voti raccolto dalle liste di riferimento PD nella città di Benevento, in quel primo turno che, come dice Giovanni Zarro citando le analisi dell'Istituto Cattaneo, è il metro e la misura per valutare la “consistenza elettorale” di una forza politica! Un valore che, con i nostri 9 eletti, si sarebbe potuto opporre a chi oggi “gioisce” per il ridimensionamento del Partito Democratico nella Città Capoluogo. Questa sembra l'ultima scena di “Napoli milionaria”, laddove tutta la famiglia, con i più stretti amici, alcuni da sempre “fidelizzati”, si riunisce per aspettare che passi la nottata. Ma la medicina perchè Rituccia si possa salvare l'ha portata il ragioniere Riccardo Spasiano, esterno ed estraneo alla famiglia e al gruppo di amici. Insomma, per chi non l'avesse capito e non avesse fatto tesoro del recente passato, la linea del Partito deve essere quella di aprirsi sempre più alla società civile e, anche attraverso l'utilizzo dei mezzi informatici, aumentare il flusso di informazioni verso gli iscritti e gli elettori, di tal che TUTTI I DEMOCRATICI possano sentirsi a casa propria nel PARTITO DEMOCRATICO. L’essere giunti a questo appuntamento, invece, senza aver dato corso ad un confronto negli organi di partito in vista di un’ampia convergenza sulle cose da fare ed anche, quindi, sulla elezione del Segretario di circolo della città capoluogo finisce per accentuare la solitudine delle decisioni, rendendo plastica la impressione esterna di un partito che matura decisioni in un altri luoghi piuttosto che in quelli simbolo della partecipazione. Non faremo distinzioni tra persone, siano amici nuovi o vecchi, apprezzandone comunque le qualità personali di ognuno; avevamo l’auspicio che si potesse almeno in questa sede, discettare di politica, magari sulla base di qualche idea già avanzata. Quindi noi ci asterremo dal voto, ma il prescelto sappia che lo affiancheremo, quando riterremo che voglia cambiar passo rispetto ad un non troppo recente passato, riconoscendo noi nella sua azione i caratteri propri della indipendenza, della partecipazione e della trasparenza".