Il volto di suo padre era paonazzo, gli occhi dilatati, i muscoli della mascella serrati. Mentre la fiamma continuava a ballare fra le sue mani. Le dita volteggiavano nell'aria, e il fuoco si agitava in una danza imprevedibile. Il vecchio aveva capito. Magia, senza ombra di dubbio. La odiava, perché gli aveva portato via un fratello, e reso pazza una sorella che voleva rimanere incinta a tutti i costi. E ora suo figlio armeggiava con quella roba.

La storia di oggi, appartiene al ciclo di leggende campane. Narra di un mago dimenticato intorno al cui nome ruotano decine di storie. Pietro Berliario, questa è la prima puntata che gli dedichiamo. Buona lettura. (Leggi anche - Storie di streghe, lupi mannari, fantasmi e amanti, sirene e principesse, draghi in Campania)

Pietro se n'era andato la sera stessa. Quel litigio aveva anticipato una scelta che meditava da tempo. Non voleva ereditare il ruolo di suo padre, e presto o tardi, sarebbe successo.

Così si era spinto verso la grotta che sorgeva poco fuori da Salerno. Tutti la chiamavano Grotta del Diavolo. Su quel posto se ne raccontavano di tutti i colori. Pietro sapeva che la risposta che cercava era lì dentro. Si prese un altro minuto per pensare, poi entrò. All'interno la grotta era tetra. Con un movimento della mano accese una luce sulle dita. Una formula che aveva imparato da un vecchio cantastorie arrivato con gli zingari. Era stato quell'uomo a parlargli per la prima volta del mondo nascosto.

“Giovane, ce l'hai due denari?”

“Papà dice che non bisogna dare soldi agli zingari perché in realtà sono molto ricchi e molto avidi”.

“E se ti facessi vedere una cosa che vale molto più dei due denari?”

L'uomo si sgranchì le lunghe dita ossute. Poi con il palmo della mano sinistra compì delle piccole ellissi nell'aria. Una fioca fiammella fece capolino sull'indice dell'altra mano.

“Vorresti vedere una palla di fuoco?”

“Certo”

L'anziano allungò la mano e Pietro capì. Prese due monete d'oro e le diede allo zingaro. Il vecchio lesto se le infilò in tasca. Poi, fece apparire un globo cremisi che volteggiava a mezzo centimetro dal palmo.

Pietro ammirò incantato il miracolo.

“Puoi insegnarmelo?” - esclamò estasiato.

“Certo, però ...”

“Sì, lo so, i due denari”

“No, sei. Due erano per guardare”

Non aveva monete. Così corse a casa. I suoi non erano ancora rientrati. Filò dritto di sopra, nella loro camera da letto. Aprì il baule che si trovava accanto alla cassa panca. E frugando sotto le vestaglie di sue madre, lo trovò. Il sacchetto con le monete d'oro. Ne prese tre, e rimise tutto a suo posto. Sapeva che non avrebbe dovuto fare quello che stava facendo. Ma il desiderio era davvero troppo forte.

Quel giorno Pietro aveva capito che la magia aveva un costo. Solitamente più alto di quello che potevi permetterti, e allora richiedeva azioni che non avresti mai compiuto.

Man mano che avanzava nella grotta, i brividi sulla pelle diventavano più intensi. Ad ogni passo, sentiva la tensione salire, e i battiti del cuore aumentare per l'eccitazione. Si trovava nel posto giusto.

Alle fine del tunnel una porta semi socchiusa e una lama di luce che s'infrangeva sul pavimento.

Pietro spinse l'uscio ed entrò. Dovette socchiudere gli occhi per abituarsi al nuovo vano, così luminoso rispetto al corridoio. In alto svariate torce disposte a semicerchio. Dalle pareti pendevano spade e lance. Un penetrante odore di incenso bruciato da poco. In fondo alla stanza c'era lui.

Una figura minuta, alta poco più di un metro e mezzo. Curva, con le lunga braccia ossute che spuntavano da sotto una palandrana sdrucita. La pelle incartapecorita era consumata, e portava i segni di bruciature recenti. In alcuni punti era visibile l'attaccatura alle ossa. Pietro si chiese cosa aveva potuto ridurlo così.

“Esperimenti finiti male”- Una voce flebile ma chiara anticipo' i suoi pensieri suoi .

“Cosa ti spinge qui?”

“Curiosità e magia”.

“Due costose prostitute ”

“Sono disposto a pagare”.

“Lo vedo, lo vedo, Pietro Berliario. La strada percorsa parla per te”.

Il ragazzo finse di non esser sorpreso. L'uomo gli si avvicinò a passo lento. Pietro per quanto si sforzasse, non riusciva a mettere a fuoco il suo viso. I lineamenti del volto, come fumo, tremavano passo dopo passo. L'unica cosa certa era la profondità dei suoi occhi, rossi come rubini. E le caviglie attraversate da due chiodi.

Quando fu a pochi passi, l'anziano allungò la mano. Pietro non provò nemmeno a ritrarsi. Le dita sfiorarono le tempie del ragazzo, e un'esplosione gli frantumò i sensi. Nella testa le immagini vorticavano sempre più velocemente. Il cuore batteva all'impazzata, mentre brividi di freddo gli percorrevano le braccia e poi salivano lungo le spalle fino al collo.

Vide se stesso in una radura alzare le mani mentre delle rocce grandissime si sollevavano fin sulle nubi. Vide cascate piegare la loro forma al suo volere, alberi e fiori crescere velocemente, persino le stelle divenire più brillanti. Vide tutti i suoi sogni più segreti realizzarsi con facilità. Ne rimase incantato.

“Vuoi tutto questo?”

“Lo voglio”

“Allora Pietro devi pagarmi. Voglio la vita che verrà dalla tua vita. Tuo figlio”.

Pietro non trattenne un sorriso. Si aspettava un prezzo molto più alto. Avrebbe dovuto solo assicurarsi di non diventar padre, e il gioco era fatto. In cambio un potere illimitato. Pensò alla vita felice che lo aspettava. E accettò l'offerta.

Andrea Fantucchio