Riassunto delle puntate precedenti. Leo insieme a Mario e il Pisano su ordine di Ciro, il capoclan, uccide per errore il figlio del boss Aniello Riccio. Il rifugio da Anna, un'infermiera. La sparatoria e la fuga nella casa al mare. L'arrivo dei carabinieri e la corsa verso il porto. L'incontro con Tonino, poi la decisione: andare da Barbara, una prostituta. L'omicidio del pappone e il ritorno. Il rifugio da Letizia, un femminiello molto particolare. L'agguato alla madre e al fratello. La trappola in ospedale. Il piano.

Decima puntata (prima puntata, seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima, ottava, nona, decima)

di elleti

A don Aniello lo hanno pigliato questa mattina. Lui e mezza banda. Stava nascosto al sesto piano di una palazzina. Aveva sfrattato due vecchi e si era murato dietro mezzo quartino. Ma non è bastato. Si sapeva che lo acchiappavano, lo sapevano pure le pietre. Troppi infami a cantare con le guardie. Uno dopo l'altro. Hanno fatto il coro. E quando cantano a più voci il fatto è serio. Uno dice, l'altro conferma, il terzo mette l'asso di bastoni. Tre voci, una prova. E don Aniello non esce più. Fine del clan.

Senza il boss ci stanno piazze senza padrone. E Ciro sta come una iena sopra al cadavere. Aspettava con la bava alla bocca da settimane. Ma è una iena furba. Faceva pure l'uomo rispettoso: don Aniè, a disposizione. Ma lo sapeva che il giorno arrivava. E don Aniello adesso è solo uno senza fine pena. Fuori non tiene nessuno. Un figlio buono c'era e l'ho seccato io. Per sbaglio.

Ora Ciro non tiene fretta di farmi il servizio. Tiene altri cazzi più seri per la testa. Mi può pure lasciare campare. Se mi voleva seccare era solo per rispetto al boss e per togliersi da mezzo ai guai: io uccido Leo e tu mi lasci stare. Ma non doveva toccare mio fratello. E neppure mia madre. Non posso campare e sapere che lui campa. Non se la doveva pigliare con loro. Hai un cazzo aperto con me? Te la vedi con me.

E poi deve stare accorto a quelli dei quartieri. La roba di don Aniello interessa pure a loro. E non sono fessi. Quella è gente che non parla, spara.

Ma certo, senza don Aniello di mezzo non sento più i cani rabbiosi dietro le spalle. Uno in meno che mi vuole fare la pelle. Uno grosso. Ed era quello che non mi poteva perdonare.

Barbara si è scassata di stare a casa senza fare niente. Letizia la vuole portare da una vecchia baldracca che tiene una casa di piacere. Sta in una zona di gente coi soldi. «Ma ti devi comportare bene, questi vogliono le zoccole di classe». «Una volta si andava a puttane solo per fottere», risponde Barbara mentre si aggiusta un pezzo di similpelle che lei chiama gonna. «E non ti vestire come una puttana...». «S'è cagnat' u munn', le puttane devono vestire da signore e le signore da puttane».

Le lascio che ancora parlano. Mi hanno conciato che ogni volta che mi specchio mi viene un colpo. Non mi riconosco neppure io. Tengo una faccia mezza storta, sono pelato e con la panza. Ma è meglio così. Non mi devono vedere. Devono sapere che sto nascosto chissà dove. Lontano. Devo essere un fantasma.

Letizia mi ha detto tutto. Mi ha raccontato perché vuole Ciro morto. Una storia di merda. Proprio come le storie di Ciro. Lei stava con un'amica, Loredana, pure lei trans, vicino ai giardinetti. Alzavano un poco di soldi senza dare fastidio. Arriva la gente di Ciro e dice che devono smammare. E se vogliono rimanere si fa fifti fifiti, cinquanta e cinquanta. Letizia li ha mandati a cacare. Che dubbio c'era? E quelli si sono incazzati. Hanno pigliato Loredana e sa la sono caricata in macchina. Con Letizia non si sono permessi. Lo sanno tutti: se la tocchi ti salta il cannarone. Tiene coltelli pure in mezzo alle cosce. A Loredana l'hanno trovata il giorno dopo. Fatta a pezzi e lasciata dentro lo stesso giardinetto. Ogni panchina un pezzo. E la testa dentro il cestino della munnezza. Non erano mai stati così feroci. Mai con un femminiello. Ma era un messaggio a Letizia: smettila di fare la guappa coi tacchi a spillo o fai la stessa fine. Letizia ha cambiato zona. Ha fatto finta che teneva paura. Ma dentro tiene un solo desiderio. Fare a Ciro quello che ha fatto a Loredana.

Letizia e Barbara sono scese, per andare nel bordello dei ricchi. Si sentivano come due signore, ma si vedeva da lontano quello che erano. Ho detto che erano bellissime. Era vero. Ma pure un cecato avrebbe capito che mestiere facevano.

Mi sono acceso una sigaretta in mezzo alle scale. L'ospedale non è lontano. E' una serata senza freddo. In cielo ci devono stare le stelle, ma dalla città non si vedono più. Nessuno mi saluta, pure se incrocio quelli che mi conoscono. Non sono nessuno. Un panzone pelato. Meglio. Quando mi vedranno sarà tardi. Entro nell'ospedale. Mamma è in rianimazione. Non me la fanno vedere. «Si entra il pomeriggio, tra le sedici e le diciotto». Voglio solo sapere come sta. Me lo dice un dottore. «Stabile, ma migliora. Non dovrebbe correre pericolo».

Respiro l'aria fresca. Poi torno a casa di Letizia. Il quadro è un poco più chiaro. E il nemico è uno solo e non pensa a me. Poi mi ricordo di Anna, l'infermiera. Chissà cosa ha detto ai carabinieri, se mi ha cantato fino in fondo o se ha detto una mezza verità. Devo sapere, ma non ora. E non io. Mi stendo sul letto, fisso la televisione spenta. Voglio pensare a cose belle. Ma mi viene in mente solo la faccia di Ciro.