Filctem Cgil, Libera e Legambiente si sono ritrovate ieri mattina in piazza Umberto I a Solofra per la raccolta firme a sostegno della legge di iniziativa popolare sulla riorganizzazione e definizione della normativa sugli appalti. "Parlare di appalti, spiega Carmine De Maio della Filctem Cgil, vuol dire parlare di lavoro. Il problema è che a nostro modo di vedere va superata la logica del massimo ribasso nel sistema degli appalti pubblici. Spingere sul ribasso vuol dire che le aziende dovranno poi intervenire sui diritti dei lavoratori o peggio ancora sulla qualità delle opere realizzate e questa è una prospettiva che non ci piace". “Nella proposta di legge promossa dalla Cgil a livello nazionale proponiamo di inserire un tetto massimo al ‘massimo ribasso’ perchè non è possibile immaginare ribassi a volte vicini al cinquanta per cento.?E quel che è peggio non si capisce come le pubbliche amministrazioni possano accettare un simile ribasso visto che è evidente che con una situazione economica quale quella che stiamo vivendo le aziende sarabbo costrette ad andare a ‘tagliare’ altrove”. Pasquale Ciammpa di “Libera” dal canto suo: “La vicenda degli appalti pubblici è una vicenda complessa che conosciamo per il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema degli appalti e dei subappalti. Per questo riteniamo che occorra essere sempre chiari e trasparenti quando una amministrazione pubblica assegna un appalto.?Ed occorre altresì che all’interno del registro della certificazione antimafia rientrino anche quelle aziende che rispettano i diritti dei lavoratori perchè oggi la lotta da condurre contro le mafie è innanzitutto una lotta per l’affermazione dei diritti. Diritti che oggi vengono calpestati dal meccanismo dei subappalti e del massimo ribasso.?Diritti che quando vengono calpestati consentono ad imprese non propriamente legali, non propriamente trasparenti di inserirsi all’interno di queste vicende. ‘Libera’ quindi sente propria questa legge di iniziativa popolare anche perchè venti anni fa è stata propria una legge di iniziativa popolare, la legge dei beni confiscati alle mafie, che ha consentito di avviare questo movimento di antimafia popolare”. La proposta della Cgil si articola in tre punti: Affermare una tutela reale dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici e privati; Contrastare le pratiche di concorrenza sleale tra le imprese che non solo finiscono per ripercuotersi pesantemente sulle stesse condizioni di lavoro ma perseguono una logica di competitività fondata sulla prevalenza del principio dei costi in alternativa alla qualità del lavoro e alle capacità imprenditoriali; Consolidare ed estendere la clausola sociale riferita al mantenimento del posto di lavoro in caso di cambio di appalto affermando che, laddove cambia la titolarità dell'appalto ma si è in presenza della continuità del lavoro, è legittimo consolidare la continuità dei rapporti di lavoro in essere. Per realizzare questi obiettivi la Cgil sostiene la necessità di reintrodurre la responsabilità solidale: il committente dell'appalto deve essere cioè responsabile in solido, entro il limite dei due anni, del trattamento salariale e contributivo dei lavoratori in appalto in caso di inadempienza dell'appaltatore.
Elemento cruciale che qualifica la proposta di legge è la riduzione drastica delle 30 mila stazioni appaltanti che operano in Italia.
E ieri mattina è stata rilanciata anche la raccolta firme per l'avvio di uno screening sanitario della popolazione Irno-Solofrana che da oltre un anno subisce i disservizi per l'inquinamento dei pozzi di acqua potabile, da TCE-PCE, ma anche l'assurdita' di Istituzioni negligenti che ancora non hanno predisposto nessuna azione per disinquinare
Giuseppe Aufiero