Sono stati giorni difficili per la famiglia di Marco Mongillo, il giovane pizzaiolo uccisa da un amico con un colpo di pistola alla testa. Tutto in un calco pomeriggio, nel luogo sbagliato.
Una ricostruzione, quella del gioco finito male, che non avrebbe convinto gli inquirenti che stando indagando sul caso. A sparare Antonio Zampella, fratello di Umberto che si trovava agli arresti domiciliari. Con Marco, in quella casa, c'era anche il fratello Vincenzo che dai social scrive: “Ancora che parlate mi me o di Mio fratello mettetevi vergogna... Solo Dio CI puó giudicare e voi nn avete I diritto di trattarci cosii fate schifoooo....”. Tantissimi i post per ricordare Marco, morto a soli vent'anni.
Anche i tifosi della Casertana hanno voluto ricordare Marco, con uno striscione allo stadio “Pinto”: “Strappato alla vita senza preteso...fatale è stato l'ignobile gesto. Marco vive”. Una tragedia che ha colpito tutta la comunità di Caserta, quella vita spezzata e che sognava una famiglia.
Serena Li Calzi