San Salvatore Telesino

Tre settimane fa, a San Salvatore Telesino, non era un sabato come tanti. Ci si preparava alla ricorrenza di Sant'Anselmo, il patrono del paese, in programma il giorno dopo. Vigilia della festa, dunque, atmosfera speciale: le luci delle giostre già accese per i più piccoli, gli appuntamenti religiosi da celebrare, la classica esibizione di cantanti ed artisti che la domenica avrebbe richiamato un po' di gente.

La pioggia aveva però fatto saltare la processione, il momento più sentito dai fedeli. Una serata umida e fredda, quella del 19 giugno. Una data che resterà per sempre scolpita nella memoria della comunità, che la ricorderà, negli anni a venire, come quella in cui il male e l'orrore si erano manifestati all'improvviso. In quel corpo senza vita rinvenuto poco dopo la mezzanotte nella piscina di un casale. Il corpo di Maria, nove anni, rumena, gli ultimi due trascorsi, finalmente, con i genitori, che avevano potuto riabbracciarla dopo l'agognato ricongiungimento. Lui operaio, lei badante.

Avevano visto Maria intorno alle 20, quando era rincasata, aveva mangiato un panino ed era riuscita. Non era più tornata, erano stati i carabinieri, ai quali avevano denunciato la scomparsa, ad avvertirli che lei non c'era più. Vittima della violenza, della brutalità. Non avrebbe spento la decima candelina ad agosto, l'avevano strappata ai suoi sogni, negandole il futuro. Una storia agghiacciante che a distanza di tre settimane attende di essere chiarita. Tante le risposte che l'inchiesta in corso dovrà offrire.

L'autopsia aveva accertato che Maria era morta annegata e, soprattutto, che presentava segni di abusi, anche pregressi. L'orrore. Il dolore. Lo choc. Impossibile restarne immuni pensando e ripensando a quella bimba, ad una scena alla quale nessuno avrebbe mai voluto assistere. Maria, gioiosa e felice. Maria che diventa una preda. Viene sopraffatta, povera creatura. Su di lei mani zozze ed assassine. Il 19 giugno, a San Salvatore Telesino, non sarà più come prima.

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