Sant'Angelo dei Lombardi

"Questo è un mio omaggio per te... Tu come me hai amato e pianto per la nostra pazza Inter... Questa maglia è il simbolo della nostra fede, delle nostre gioie e dei nostri dolori... È come una seconda pelle, ed è giusto che la porti con te... Ciao Antonio". Un messaggio straziante, che si somma alle altre centinaia che hanno invaso la bacheca di Antonio Castellano, il 13enne di Sant'Angelo dei Lombardi stroncato ieri da un infarto a bordo piscina.

Un episodio straziante, che ha sconvolto tutti, anche chi quel ragazzino non l'aveva mai conosciuto. Antonio aveva il sorriso sempre stampato in faccia, nonostante la morte del padre, ucciso da tumore qualche anno prima. E poi quella passione sfegatata per i nerazzurri. Il piccolo Antonio era il primo sostenitore del biscione, e non perdeva occasione per ricordarlo a tutti. Dai corridoi nella scuola, sempre animati dai suoi sfotto' verso alunni e professori che tifavano le squadre rivali, alle partitelle con gli amici. In piazza, a Sant'Angelo, non c'era qualcuno che non conoscesse Antonio, i suoi tiri, i suoi sorrisi, i suoi sogni. Quelli di un ragazzino per il quale il calcio rappresentava tanto. Così come il suo eroe, Icardi, che Antonio venerava. Oggi, ad un giorno dal dramma, nessuno di quelli che hanno ascoltato la storia del piccolo di Sant'Angelo, riesce a capacitarsi di quanto sia accaduto. Di “quella destino infame che l'ha rapito alla vita, troppo giovane, quando si è pronti a spiccare il volo”.

Andrea Fantucchio