San Salvatore Telesino

Un nuovo 'accesso' ai luoghi dell'orrore. Alla ricerca di possibili tracce a distanza di diciassette giorni da quella maledetta domenica. I Ris torneranno domani a San Salvatore Telesino, incrociando l'ansia di una comunità che dallo scorso 19 giugno attende di sapere chi siano i responsabili della terribile fine toccata a Maria, la bimba di neanche dieci anni, di nazionalità rumena, trovata senza vita nella piscina di un casale chiuso. E' l'ulteriore tappa dell'inchiesta per omicidio e violenza sessuale che stanno conducendo i carabinieri sotto la direzione del Procuratore reggente Giovanni Conzo e del sostituto Maria Scamarcio. Al di là delle indicazioni che potrebbero arrivare (ma non è scontato che sia così) dai risultati dei rilievi scientifici e delle analisi medico legali - queste ultime tutte concentrate, ovviamente, sulla possibilità che saltino fuori reperti organici dai quali estrarre il Dna-, l'obiettivo è ricostruire una storia drammatica e complessa. Verificando ogni circostanza, ogni segnalazione relativa all'eventuale presenza di auto e persone, in una determinata fascia oraria, nella zona di piazza Pacelli, dove erano state installate alcune giostre per la ricorrenza di Sant'Anselmo, il patrono del paese. Un lavoro sin dall'inizio non semplice per gli investigatori, ancor di più, inevitabilmente, con il trascorrere del tempo, che rende sempre più duro da scalare e sfondare il muro delle possibili reticenze, del silenzio dell'ignavia e della paura. Che neanche gli appelli alla collaborazione, lanciati da più parti, sembrano aver scalfito.

C'è un solo indagato, allo stato: Daniel, il 21enne, connazionale della vittima, sul quale si sono concentrati i sospetti. Assistito dall'avvocato Giuseppe Maturo, lui li ha sempre respinti. Ha spiegato con dovizia di dettagli i suoi movimenti dalla sera di domenica alle 2 di lunedì, quando era andato a dormire. Ha affermato di aver lasciato Maria dinanzi alla chiesa alle 20, di ritorno da un giro in auto a Telese dove lui avrebbe dovuto prendere la sorella. La piccola era rincasata, aveva mangiato un panino, poi era uscita per partecipare alla processione, che non si era però tenuta per la pioggia. Da quel momento il buio. Qualcuno l'avrebbe vista, o forse no. Il mistero squarciato pochi minuti dopo la mezzanotte, quando il suo corpo era stato rinvenuto nell'acqua. Rappresentati dall'avvocato Fabrizio Galli, i genitori chiedono giustizia.

Aggiornamento ore 20.55

Supportato da due consulenti, Caprioli e Baldini,l'avvocato Gallo ha preso parte a Roma agli accertamenti dei Ris, che, in attesa di ulteriori approfondimenti, avrebbero escluso, secondo il legale, l'esistenza di liquidi biologici sulle parti intime della piccola e sui suoi indumenti sistemati a bordo vasca. Il mistero, se possibile, si infittisce ancor di più.

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