Avellino

Cinque operai, un impiegato ed un dirigente. Al momento, nello stabilimento ex Irisbus di Flumeri, lavorano sette unità. Se le festività di Natale hanno portato, dopo oltre tre anni e mezzo di angoscia, un po’ di serenità nelle circa 300 famiglie legate alla nuova sfida targata Industria Italiana Autobus, ora l’attenzione è tutta rivolta ai prossimi giorni. Da oggi si riprenderà a lavorare anche a Bologna ed è molto probabile che più di un colletto bianco sarà dirottato in Irpinia dove, a differenza dello stabilimento BredaMenarini, c’è penuria di impiegati. «Ci attendono giorni importanti - precisa la Rsu della Fiom Cgil Silvia Curcio - in cui si farà chiarezza sulla riorganizzazione del lavoro in fabbrica». I vertici della nuova società sono in queste ore impegnati nella valutazione di tutti i profili professionali dei circa 500 lavoratori assorbiti dai due stabilimenti. Un passaggio fondamentale per avere le idee chiare sulle competenze e le professionalità delle maestranze, in modo da organizzare al meglio il lavoro tra i due stabilimenti. L’amministratore delegato Stefano Del Rosso, nel corso della sua recente visita in Irpinia poco prima della fine dell’anno, anticipò la necessità di procedere con una fase di formazione, propedeutica al rientro in fabbrica. Considerando che a maggio, nella sede ex Irisbus, dovrebbero essere già impiegati una cinquantina di lavoratori, è probabile che la prima fase di aggiornamento e riqualificazione inizi a breve, molto probabilmente entro a fine di gennaio. Il 13 gennaio a Roma, intanto, è previsto un passaggio fondamentale al Ministero dello Sviluppo Economico per il via libera alla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, sulla quale c’è già un impegno della nuova società ad anticipare ai lavoratori le prime tre mensilità. «C’è grande attesa, non vediamo l’ora di tornare in fabbrica e ritrovare il nostro lavoro», aggiunge la Curcio. «Il nuovo corso ha bisogno di un po’ di tempo per andare a regime. In questo senso diventano decisivi i prossimi giorni, quando i vertici della nuova società dovrebbero definire le priorità per la riorganizzazione del lavoro». Il 29 gennaio, gli ex operai Irisbus incasseranno il Tfr di Fiat, chiudendo quindi definitivamente la vecchia gestione. Il 10 febbraio, poi, arriverà la prima busta paga di Industria Italiana Autobus. Dal primo gennaio, i 180 lavoratori emiliani e i circa 300 irpini sono diventati a tutti gli effetti dipendenti di Industria Italiana Autobus, società partecipata all’80 per cento da King Long Italia e al 20 per cento da Finmeccanica, con una dote di 16,7 milioni tra capitale sociale e riserve, nonché una patrimonializzazione di oltre 70 milioni. Il piano industriale ha un orizzonte di tre anni e prevede investimenti sui due siti per circa 50 milioni, tra pubblico e privato. Bologna è sede del management e della progettazione di Industria Italiana Autobus, in più produrrà bus urbani da 8 a 18 metri per i segmenti euro 6, gas ed elettrico. Più complessa la partita di Flumeri, dove pesa la lunga inattività. I lavoratori, come noto, saranno collocati in cassa integrazione per ristrutturazione, in attesa di essere richiamati al lavoro man mano che il piano industriale sarà implementato nel corso di 36 mesi. In Valle Ufita saranno prodotti due minibus, uno con motore anteriore e uno con motore posteriore da 29 a 38 posti, e sarà praticato il revamping, ossia la ristrutturazione e la messa in strada di mezzi già in circolazione. Nel sito sarà inoltre creato un polo logistico destinato a smistare i componenti di King Long provenienti dalla Cina, via porto di Taranto.