San Valentino Torio

«Corri e sorridi. Guarda dentro di te e capirai che sei bella così, anche vestita di lividi». Una frase di una canzone che sembra essere dedicata a quella ragazzina coraggiosa che ha avuto il coraggio e la forza di denunciare i suoi aguzzini. La 15enne stuprata dal branco, un orrore stampato dentro ed addosso. Le amiche vogliono darle coraggio e le mandano questo messaggio, le dedicano un passo di una canzone che sembra esserle cucita addosso. 

La 15enne è andata via da Sarno per un po’, e loro, le sue amiche, le scrivono perché non possono vederla. Dovrà passare del tempo perchè lei stessa torni ad una possibile normalità.
«Tu devi sorridere sempre perché è così che sconfiggerai gli invidiosi, ucciderai la cattiveria e supererai quelli che non sanno nulla e vogliono parlare. Sei una guerriera, ne hai passate tante, ed ora insieme a noi e a tutti quelli che ti vogliono bene supererai anche questa. Non ti arrendere mai, ci siamo noi ad asciugare ogni tua lacrima anzi, faremo di tutto per non fartene versare più. Non sarai mai sola, non lo dimenticare mai. E come una rosa dovrai presto bocciare, essere bella ed avere meno fiducia nelle persone e proteggerti con le tue spine».  Scrivono le ragazze come riporta ilmattino.it. Sono i giorni della riflessione, delle domande, dei ricordi. Comunità intere si dividono. Fanno ancora male a quelle amiche le parole rimbalzate come fulfimini sul web che accusavano addirittura la ragazza di essersela cercata per come andava vestita. E poi le parole di quel prete che hanno innescato il secondo inferno di polemiche. 

“Condanniamo sempre il peccato, ma apriamo strade di misericordia per chi ha sbagliato, se vogliamo che questo mondo si salvi. Papa Francesco ci esorta ad amare anche chi ha sbagliato, mentre la giustizia umana fa il suo corso.” È uno dei passaggi di una lettera aperta alla comunità di San Valentino Torio da parte del suo parroco, don Alessandro Cirillo, scritta pochi giorni dopo lo stupro. Parole in linea con l’insegnamento della Chiesa, ma che entrano in contrasto con il sentimento popolare, che vorrebbe un trattamento esemplare per i cinque ragazzi, presunti colpevoli di un atto così efferato.

“Mi piacerebbe se, dopo questo gravissimo atto subito da una sedicenne di Sarno – scrive don Alessandro – da parte di cinque suoi coetanei, potessimo prendere coscienza che i nostri figli sono vittime indifese di una squallidissima e disastrosa pornografia on line che a tutte le ore del giorno e della notte, li raggiunge, li inganna, li stimola, li ammalia. Invitandoli e spingendoli a fare cose di cui dovranno vergognarsi per il resto della vita.” Secondo il parroco, quello che è successo è frutto di una mancanza di amore nei confronti dei ragazzi. “Quanto spazio hanno i genitori, oggi, nell’educazione dei figli?” si chiede il sacerdote, spiegando che una volta i genitori difendevano i figli dai pericoli esterni, mentre oggi “quel mondo lo abbiamo fatto entrare in casa. Gli abbiamo spalancato la porta. Lo abbiamo fatto accomodare in salotto e in camera da letto, senza opporre alcuna resistenza. Lo trattiamo da amico quando è un terribile nemico.”

Secondo il parroco di San Giacomo Maggiore Apostolo, guida dei fedeli di una città di diecimila abitanti che vive di agricoltura ed industria, questa in terribile storia che ha scosso una intera comunità “non ci sono né vincitori né vinti, ma tutti sono sconfitti”, compresi i giovani stupratori. “C’è la vita di una ragazza segnata per sempre, nel profondo del suo intimo, ma anche la vita di questi ragazzi sarà marcata per sempre. Gesù, nel Vangelo, ha condannato sempre il peccato, ma ha aperto il suo cuore ai peccatori.”


“Mi auguro – conclude don Alessandro – che come comunità di San Valentino Torio, in tutte le sue componenti, possiamo davvero tornare ad investire sull’educazione forte e serena dei nostri figli, con cammini specifici per la loro età. Dare amore è riempire il vuoto esistenziale di tanti ragazzi, che attendono da tutti di conoscere il significato profondo della parola “amore”.

Intanto, gli avvocati dei cinque ragazzi, detenuti nel carcere minorile di Airola dopo che il magistrato ha convalidato gli arresti, stanno lavorando per presentare in tempi rapidi una richiesta di scarcerazione, sperando in una attenuazione della misura cautelare.

Simonetta Ieppariello