Dublino, Irlanda, campionato del Mondo di karate WUKF, 2.400 atleti agguerriti per un sogno! Cinque giorni di dure competizioni per dimostrare ciò per cui si è lavorato per l’intero anno: ambizioni, delusioni, conferme, tutto racchiuso in pochi giorni di gare con mille indimenticabili emozioni.
Il karate vive da tempo immemore divisioni interne insanabili, sia a livello nazionale sia internazionale. Ed ecco spiegato il motivo di tante sigle e tanti, troppi titoli. Accade in Italia come nel Mondo. La CKI, confederazione italiana di karate sta provando a mettere insieme tante sigle (raccogliendo varie federazioni nazionali) per restituire credibilità al movimento sportivo, allo stesso modo la WUKF (organizzazione internazionale), che proprio per questo motivo consente la partecipazione alle proprie competizioni alle tante federazioni presenti sui vari territori nazionali. L’Italia non fa eccezione, contrariamente a quanto impropriamente riportato da una società locale che si è attribuita l’esclusività della partecipazione, attraverso la propria organizzazione di riferimento, all’evento. La Seishinkan, e non solo, è presente e storicamente fornisce atleti alle varie nazionali e sempre con risultati eccellenti. A Dublino, nel meraviglioso scenario che ha ospitato i mondiali, la squadra sannita si è presentata con il coach Alfredo Testa e ben quattro atleti per le tre ed uniche categorie agonistiche (cadetti, junior e senior): Savoia, Bufardeci, Scarinzi e Calabrese.
Il primo giorno di gara, dedicato alle sole squadre nazionali, ha visto coinvolti i nostri Dario Bufardeci (Senior) ed Elia Calabrese inserito nella junior. La squadra senior, dopo un travolgente inizio deve fermarsi ai quarti di finale, sconfitta dagli agguerritissimi statunitensi. Altra sorte per la squadra di Calabrese che compie una serie di grandi imprese ma viene sconfitta solo in semifinale dai rumeni. Elia Calabrese conquista il primo bronzo! Arriva finalmente il giorno delle tanto attese qualificazioni individuali.
Guido Scarinzi si presenta fra gli junior -75 kg. Una categoria composta da un notevole numero di atleti e tutti dall’alto tasso tecnico-agonistico. L’atleta di Foglianise appare in forma, è presente fisicamente e mentalmente, avanza nel tabellone fino a giungere ai quarti di finale, ed è qui che incontra il polacco Gorecki Jakub, atleta bravo ma messo seriamente in difficoltà dal nostro Scarinzi. Purtroppo, decisioni cervellotiche degli arbitri fanno pendere l’ago della bilancia verso il polacco che vince immeritatamente e si aggiudica altrettanto immeritatamente anche la categoria.
Altro discorso per Dario Bufardeci, inserito fra i senior -75 kg, una categoria con 20 atleti dall’altissimo profilo agonistico. Bufardeci, arrivato a questa gara nelle migliori condizioni possibili, si trova a dover profondere il massimo impegno per poter giungere al podio. L’emotività finisce per giocare un brutto scherzo, infatti, già dai primi incontri, l’atleta beneventano non appare sicuro e lucido come al solito ma giunge comunque in semifinale contro lo slovacco Lukas Kucerak. Una semifinale fra due atleti fortissimi che vede prevalere lo slovacco. In realtà, Bufardeci non entra mai veramente nello spirito dell’incontro. Nella prima frazione di gara, l’avversario non trova varchi ma col passare dei secondi acquista coraggio e individua la giusta strategia per imporsi sul nostro rappresentante. Per Dario Bufardeci arriva una importantissima medaglia di bronzo.
Categoria poco numerosa e decisamente al di sotto del livello medio, quella che vedeva presente anche il nostro Cosimo Savoia. L’atleta di Cautano, inserito nella senior -60 kg, si è trovato di fronte ad una grande opportunità. Reduce da un importante intervento chirurgico, con sole due settimane di allenamento, illude tutti con una qualificazione straordinaria, fatta di incontri vissuti con un grande impeto agonistico. La domenica della finale, complice una leggera febbricola, arriva scarico e mentalmente assente, una situazione non ideale per provare a vincere una gara iridata, per giunta tutta italiana, anzi, addirittura tutta sannita. Arriva purtroppo una meritata sconfitta. Impossibile nascondere il rammarico per un successo comunque alla portata del Savoia, anche se l’argento conquistato rappresenta un indiscusso risultato di prestigio.
Il capolavoro, fra tutti gli atleti azzurri della Seishinkan, lo compie il pontese Elia Calabrese. Inserito fra i cadetti -65 kg, si ritrova in una categoria con 42 atleti forti, anzi fortissimi sotto tutti i punti di vista. Solo una vera impresa può portare Calabrese verso il podio, e così accade. Preciso, determinato, grintoso, va avanti come un treno in corsa senza mai deconcentrarsi. Cadono uno dopo l’altro sotto i suoi colpi. La semifinale con Taishi Tozaki è una battaglia, prevale Calabrese grazie ad un combattimento gestito da vero campione. Dopo le estenuanti gare di qualificazione si arriva al giorno della finale. Panescu Dorin, dalla Romania, è l’avversario del nostro atleta. Calabrese detta subito legge e passa in vantaggio, successivamente, commette l’unico errore di tutto il suo mondiale, va in svantaggio ma con orgoglio attacca ancora e recupera. Si arriva allo scadere del tempo in perfetta parità, quando al rumeno viene assegnato un punto inesistente, finisce 4 a 3. Bisogna constatare l’inadeguatezza degli arbitri per un evento di tale importanza. Per Elia Calabrese resta uno storico argento e la consapevolezza di aver disputato un mondiale straordinario, perso a testa alta.
Il Maestro Alfredo Testa, uno dei coach della rappresentativa italiana CKI, torna con l’ennesimo risultato di prestigio e la Seishinkan Benevento continua a far parlare di se nel mondo del karate, grazie ad una tradizione poggiata su stabili progetti che hanno garantito continuità di risultati nel corso degli anni, formando sempre atleti di alto livello. Uno sforzo importante per una piccola ma prestigiosa società sannita, questa volta reso possibile grazie anche al contributo concreto del birrificio artigianale di Ponte, Maltovivo di Procaccini.