Erano all'incirca le 17,00 quando Antonio Viviani è sceso dal tetto del rettorato dell'Università di Salerno a Fisciano. C'era salito due ore prima, si era messo a cavalcioni sulla ringhiera e aveva minacciato di lanciarsi nel vuoto. Un gesto estremo per attirare l'attenzione sul dramma suo e di altri centocinquantanove colleghi. Oggi infatti scade il contratto per la pulizia dei locali dell'ateneo universitario che legava Unisa e Fisciano sviluppo.
A partire da domani primo luglio il servizio sarà gestito da un'altra ditta che si è aggiudicata la gara d'appalto offrendo un ribasso, rispetto alla base d'asta, di quasi il 41%. E per i lavoratori si profilano all'orizzonte forti tagli dal punto di vista lavorativo e retributivo. Quando Antonio è sceso nel piazzale del rettorato ha provato a spiegare, a mente fredda, i motivi del suo gesto: “Sapevo che la porta era aperta e ho deciso di salire sul tetto. Non sapevo cosa sarebbe potuto succedere, quel che so è che quando ero a cavalcioni sulla ringhiera dell'edificio ho sentito dentro di me sentimenti fortemente contrastanti. Io sono vicino al pensionamento, ma mi auguro che questa situazione si risolva il prima possibile perché oggi sono sacrifici, domani potrebbero essere danni”.
E c'è rabbia tra i colleghi di Antonio. “Ci hanno portato all'esasperazione, spiegaAntonio Della Mura. Da domani centosessanta lavoratori sono in mezzo ad una strada. Non siamo stati ascoltati da nessuno, siamo stati calpestati. Nessuno ci ha voluto ascoltare. La Fondazione universitaria, responsabile per il servizio, non ci ha dato nessuna risposta. Antonio su quel tetto ha rischiato la vita e solo per difendere il suo posto di lavoro”.
I lavoratori sono stati ricevuti dal rettore Aurelio Tommasetti che ha spiegato: “E' la fondazione che deve dare delle risposte precise rispetto a delle esigenze e delle istanze perchè chi materialmente gestisce questo servizio. L'impegno da parte nostra è di vigilare, di prestare massima attenzione”. Al rettore fa eco Attilio Antonio Montano Bianchi direttore generale Unisa: “L'impegno che ci possiamo mettere è provare ad indagare tutti gli ambiti e capire se ci sono dei margini per provare a migliorare la percezione che in questo momento si ha. Non abbiamo la bacchetta magica ma quello che vi posso garantire e che compiremo tutti i passi per dare tranquillità ai lavoratori ed alle loro famiglie”.
G.A.