L’Azienda Sanitaria Locale di Avellino, nell’ambito di un piano di alienazione di beni, edifici e strutture, per fare cassa, con Delibera n° 493 del 22 aprile ha disposto la messa in vendita, con l’avvio di procedure di “asta pubblica” di una serie di beni, edifici, strutture ed immobili della provincia, tra questi anche l’edificio ormai storico del “Consorzio Provinciale Antitubercolare” di Lioni. Questa iniziativa correva il rischio di passare inosservata, ma ha fatto scattare l’attenzione di Michele Fonso, già consigliere comunale, della cittadina altirpina, dirigente sindacale della sanità, esponente politico del movimento “Popolari per l’Europa”, il quale ha subito manifestato dubbi e perplessità sull’operazione, sulla sua utilità, sugli aspetti economici.
Con una missiva inviata alla Soprintendenza per i Beni Architettonici, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti ed al Sindaco del Comune di Lioni, l’esponente politico Michele Fonso, nel far rilevare che l’edificio registrato a Catasto su foglio 21,particella 1761,con una consistenza di 1858mc ed una superficie catastale complessiva di 459mq, categoria B2, rendita 1.151,50€, essendo stato realizzato nel lontano 1928/33, superando abbondantemente i 70 anni di età è oggetto di vincolo storico/culturale architettonico. Inoltre, il Fonso, con la sua denuncia/segnalazione alle autorità competenti, ritiene strano il fatto che l’edificio è stato posto all’asta per la somma di € 110.267,64 mentre lo stesso ha una rendita ufficiale catastale pari a € 1.151,50 per un valore superiore a € 160,000,00 senza tenere conto del valore commerciale corrente dell’imponente e centralissimo edificio. Continua il Fonso che trattasi di una struttura del valore architettonico rilevante, in quanto essa è uno dei rari esempi di struttura che rappresenta la lettera “D”.
Conclude nella sua denuncia/segnalazione l’esponente politico Michele Fonso, nel sollecitare l’attenzione per la valutazione degli aspetti tecnici, dei vincoli e dell’improvvida scelta economico-finanziaria con l’operazione della vendita per asta pubblica, ed evidenzia anche il rammarico rispetto all’A.S.L. che, dopo aver incamerato beni e servizi, in questo territorio altirpino, taglia prestazioni e riduce i livelli assistenziali alla popolazione.
Redazione