Caivano

La droga ha un nome, tanti nomi, mille volti. Saverio è solo uno dei tanti rovinati da quel tunnel di distruzione e morte. A Caivano lo conoscono come ‘Saverio 20 centesimi’, un giovane sui trent’anni, gira per i vicoli della cittadina chiedendo pochi spiccioli per cercare di rimediare quanto basta per la propria dose. Un impegno quotidiano. Una frenesia incontenibile. Dose dopo dose, anno dopo anno Saverio si è ridotto come vedete in questa foto. E' solo. Non ha un aiuto, non ci sono interventi dei servizi sociali per lui, come spiega il portale minformo.it Un cittadino di Caivano posta sulla bacheca del sindaco Simone Monopoli una sua foto, dove lui si solleva la maglietta per mostrare il suo dramma, il suo dolore, il corpo sfregiato dalla droga.

Quella di Saverio è solo l'ultima storia di droga e disoccupazione, solitudine e disperazione di una Italia dimenticata. Subito piovono i commenti sul famoso social network. La comunità del social si divide tra chi accusa Saverio di essersela cercata e chi invece vorrebbe fare qualcosa, rimarcando come nella dorga si finisca spesso per solitudine, ignoranza, disperazione e dolore. Quella di Saverio purtroppo è una storia come tante. La droga uccide, la prevenzione è l'unica arma che resta.

Il parco verde è quello degli orrori. Quello dove sono morti Fortuna e Antonio. Nel fabbricato tre dal sesto piano cadde il 27 aprile 2013 un bambino di quattro anni, Antonio Giglio, che portava forse anche il destino nel cognome. Nel rione dell'innocenza violata, si è capito che non era una disgrazia solo un anno dopo. Il 24 giugno 2014. Quando precipitò dallo stesso edificio, stesso lato, stesso volo, una bambina: Fortuna Loffredo, detta Chicca, anni sei. Segnata da «violenze sessuali ripetute». Tutt'e due lanciati nel vuoto dal ballatoio. Tutt'e due senza una scarpa. La sinistra.

Dopo due delitti in sei mesi, l'orrore dei bambini violentati porta la polizia sul nuovo mercato della droga. Parco verde ha rilevato il traffico di Scampia. Qui in questo parco tra questi palazzi si muove Saverio. Chede venti centesimi. Sembra ormai una filastrocca. Intorno a lui arrivano con i bus della Ctp e in taxi dalla stazione di Napoli i clienti anche da altre regioni. Si fermano solo i disperati a parlare. 

Il parco Verde di Caivano non è un parco e non è verde. È cemento tirato su in fretta per creare alloggi destinati ai terremotati napoletani del 1980, e al massimo è grigio, quando non è nero. Qualche aiuola ci sta ma è piena di siringhe. Da tre o quattro mesi una associazione di volontari ha messo una decina di contenitori sperando che chi si buca dopo butti lì dentro quello che ha usato, ma non lo fa nessuno. Cocaina, eroina, fumo. Quando girava il cobret si trovava pure quello, qualunque porcheria entri sul mercato arriva alle piazze di spaccio del Parco Verde. Carabinieri e polizia conoscono queste strade da quando sono state costruite: ci saranno venuti migliaia di volte, e sempre per questioni di droga, camorra, agguati.

Poi si è scoperto che c' era di peggio. Il vero volto del male nel Parco Verde è nascosto dietro i muri dell' isolato 3, un palazzo di otto piani poggiato su colonne di cemento armato. Davanti all' ingresso c' è una statua di Cristo ma dentro c' è satana. È il palazzo dei bambini violati, questo. Abusati e ammazzati.

Redazione Na