San Salvatore Telesino

L'immagine di quel corpo disteso sul tavolo dell'obitorio avrebbe comprensibilmente turbato chiunque. Anche chi, per professione, indossa una divisa e ne ha visti di misfatti. Ma contro l'orrore non c'è vaccino che tenga. “Non mi abituerò mai, purtroppo, a certe scene. Era una bambina...”, sibila a denti stretti il colonnello Pasquale Vasaturo, comandante provinciale dei carabinieri. Sono da poco trascorse le 18 quando fa capolino dalla morgue del Rummo, dove per tre ore il medico legale, la dottoressa Monica Fonzo, ed il professore Claudio Buccelli hanno eseguito l'autopsia della piccola di San Salvatore Telesino trovata senza vita nella piscina di un casale chiuso. L'esame, che sarà poi corroborato dai risultati dei test istologici e tossicologici, ha confermato l'annegamento come causa della morte e la presenza di segni di violenza sessuale, a quanto pare anche pregressi.

Maria, dunque, era finita (e non da ora) nelle grinfie di qualcuno che le aveva strappato l'innocenza. Una, più persone? E' la risposta che dovrà dare l'inchiesta diretta dal Procuratore reggente Giovanni Conzo e dal sostituto Maria Scamarcio. Si procede per omicidio e violenza sessuale aggravata: le ipotesi di reato – come già anticipato – prospettate per il 21enne, anch'egli di nazionalità rumena come la vittima, 'avvisato' nella tarda mattinata dopo essere rimasto fino alle 3 nella caserma dell'Arma di Cerreto Sannita. Ascoltato dagli inquirenti alla presenza del suo difensore, l'avvocato Giuseppe Maturo. E' sul giovane che si sono concentrati i sospetti, orae dovranno essere riscontrati dal lavoro, senza soste, dei militari del Nucleo investigativo del comando provinciale e della Compagnia di Cerreto Sannita. Al loro fianco gli specialisti del Ris e di una squadra del Ros che si occupa di casi particolarmente delicati. Nessun aspetto viene ovviamente trascurato, la speranza è che dai rilievi (su capelli ed altre tracce) possa saltar fuori l'elemento in grado di assicurare una svolta all'attività d'indagine.

Una prima ricostruzione ipotizza che la bimba possa essere stata violentata e, di fronte alla sua reazione, gettata nell'acqua. Non sapeva nuotare, hanno riferito i genitori, assistiti dall'avvocato Michele D'Occhio. Che non si trattasse di un incidente, lo si era intuito nell'immediatezza. Davvero complicato, pur valutando ogni tipo di comportamento bizzarro possibile a quell'età, che Maria avesse deciso di svestirsi del tutto e di immergersi. Aveva piovuto, domenica sera, a San Salvatore Telesino, e la temperatura non era certo alta. A richiamare l'attenzione, poi, il modo estremamente preciso con cui i suoi indumenti e le scarpe erano stati sistemati a bordo vasca.

L'obiettivo è ripercorrere compiutamente le ultime ore della piccola, verificando le circostanze illustrate dal 21enne. Sostiene che sarebbe stata Maria a raggiungere la sua abitazione, vicinissima alla chiesa, e a chiedergli di portarla con lui, che doveva andare a Telese, da una sorella. Una gara podistica avrebbe però impedito l'accesso alla cittadina termale della Polo guidata dall'indagato, che a quel punto sarebbe tornato a San Salvatore, lasciando Maria dinanzi alla stessa chiesa. Il 21enne se ne sarebbe poi andato in giro a Castelvenere, da un fratello, a Massa di Faicchio e al lago di Telese, rincasando, infine, alle 2. Ignaro, dunque, di ciò che nel frattempo era capitato a Maria. Dieci anni ancora da compiere. Violentata ed uccisa.

Esp