Avellino

Venerdì 17, si gratti chi può. E se siete fra quelli che pensano che grattarsi non sia sufficiente, state tranquilli: vi diamo i rimedi certificati dalle nostre nonne per passare incolumi questa giornata. Prendetevi cinque minuti, e cercate la bottiglia d'olio più vicina.

CONOSCIAMO IL NEMICO MALOCCHIO:

Il malocchio, nella tradizione popolare, nasce dalla gelosia di qualcuno che, attraverso i sentimenti negativi, è capace di influenzare persino la salute della persona invidiata. I sintomi spaziano dalla tachicardia alle vertigini, fino a dolori lancinanti lungo tutto il corpo. Nell'antichità, molto spesso, si assimilavano al malocchio anche diversi stati di apatia e depressione, gonfiori di stomaco, fino al singhiozzo. Tutti concordavano che per scacciarlo era necessario l'intercessione di qualcuno che sapesse realizzare il “contruocchio”. L'incantesimo scaccia sortilegio.

Il malocchio era legato a tutti i riti di passaggio. Dal battesimo alla cresima fino all'inizio di un nuovo lavoro. Illuminante per capire i diversi tipi di malocchio sono le ricerche condotte dallo studioso di tradizioni popolari campane, Aniello Russo, che le descrive in dettaglio. Le spose sono fra le creature più esposte al malocchio degli invidiosi, soprattutto da parte delle ragazze che non hanno ancora trovato marito. Quando poi la sposa resta incinta, ad essere gelose sono di fatto le ragazze sterili. Se rientrate in questa categoria, preparatevi, ora tocca a voi.

MENTRE SI CERCA MARITO:

Se gli uomini non ti guardavano mai e avvertivi dei fastidi allo stomaco, non c'erano dubbi: non eri troppo brutta o antipatica, semplicemente avevi il malocchio. E bisognava correre ai ripari: l'aspirante sposa veniva rivoltata come un calzino: presi gli indumenti intimi, rovesciati, benedetti e poi indossati al contrario per tre giorni al meno. Certo, immaginiamo che proprio comodo non fosse, però, si depistava il malocchio sulla sessualità della vittima.

DURANTE LA PRIMA NOTTE DI NOZZE:

Per essere sicuri che tutto andasse per il meglio, la madre della sposa, spesso affiancata dalla nonna, aveva messo su un sistema infallibile per scacciare le influenze negative. In barba al decoro, le due donne entravano in stanza e dicevano ai due sposi di aspettare prima di continuare con i loro proposito. Posizionavano quindi sotto il materasso, in corrispondenza del lato dell'uomo, dei piccoli oggetti acuminati che avevano il compito di fare da parafulmini scacciando il malocchio. Di solito si trattava di spille o amuleti a forma di falci. O di simboli di fecondità: come chicchi di grano o pizzichi di sale.

DOPO IL PARTO:

Bisognava proteggere il bambino. E allora via con tutti gli amuleti più impensabili: dal noto peperoncino, passando per l'incenso fatto bruciare, fino ad arrivare alla zampa di talpa messa all'interno di un sacchetto di pelle e appesa al collo di un bambino (fonte Aniello Russo).

COME CAPIRE SE HAI IL MALOCCHIO

1) Prendere un piatto con acqua;

2) Fare tre segni della croce sulla fronte del paziente

3) Versare una goccia d'olio nel piatto. E guardare che succede. Se la goccia d'olio si scioglie, sono cacchi amari: hai il malocchio, ma puoi ancora salvarti (forse).

La formula magica:
Uocchi, maluocchi, contruocchi,
furticielli a l’uocchi:
scatta la mmiria
e crepa li maluocchi.

(Occhi, malocchi, controcchi, forbicine contro gli occhi maligni: schiatti l’invidia e crepi il malocchio).

Rui m’hènne offesu,
tre m’hanna refènne,
re tre persone divine,
lu Patru, lu Figliulu
e lu Spiritu Santu
e ccusì ssia!

(Due m’hanno offeso, tre mi difendono, le tre persone divine: Padre, Figliuolo, Spirito Santo e così sia!).


L'operazione col piatto va ripetuta tre volte. Se dopo il terzo tentativo la goccia non si scioglie, siete senza malocchio. Altrimenti, beh altrimenti la situazione è critica. Ed è necessario affidarsi ad un guaritore più esperto.


Un'altra variante dice di riempire un contenitore con dell'acqua, fare il segno della croce, versare tre gocce d'olio e aspettare si sciolgano. Ripetendo l'operazione tre volte.

GLI OGGETTI DA PROCURARSI

Se non l'avete ancora fatto e non vi è successo nulla, correte a porre rimedio, procuratevi questi oggetti o la sfiga verrà a prendervi. Oggi a maggior ragione.

Occhi: qualsiasi amuleto che lo riporti è considerato uno dei rimedi più efficaci contro la sfortuna. Una tradizione che risale fin all'antico Egitto, quando si identificava con lo sguardo del dio Horus, signore della luce.

Corna: arcinote, e temute in ogni tempo e per ovvi motivi. Rappresentano virilità, fertilità, potenza. Molto usato è l'amuleto in corallo con il simbolo delle corna. Il corallo per i Cristiani rappresenta il sangue di Cristo. Mentre per i pagani richiamava la leggenda di Perseo e dell'uccisione della Medusa, capace con il suo sguardo di pietrificare i nemici.

Incenso: bruciarlo, oltre a scacciare il malocchio attirerebbe anche gli spiriti benigni.

Mezzaluna: il simbolo è di chiara origine islamica. Rappresenta una delle più antiche forme per combattere la sfortuna.

Lapislazzuli: Rappresenta per antichi popoli asiatici la pietra degli Dei. Inoltre è del colore portafortuna per antonomasia, l'azzurro che rappresenta il cielo dimora delle divinità. Simbolo di luce.

PER RIASSUMERE

Prototipo della vittima di malocchio: donna in età da marito. Neonato. Ragazzo giovane che aspira a fare carriera in qualunque campo. Gli anziani sono infatti salvi dall'invidia che secondo la credenza popolare li risparmierebbe. Utile per capire questa teoria, che a nostro avviso andrebbe rivista alla luce dei notevoli progressi della medicina e della cura del corpo, è la frase riportata dallo stesso Russo: “Quannu la facci s’arrepécchia e la chitarra nun sona cchiù, chi pacciu te faci lu maluocchiu?”

Diagnosi del malocchio: Ti serve un contenitore con l'acqua e delle gocce d'olio. Se le versi e si sciolgono, ci sei dentro fino al collo: hai il malocchio.

Oggetti contro la sfiga: amuleti con occhi, corna, peperoncino, mezzaluna. Vestirsi di blu senza paura di esagerare sembrando dei puffi.

Per le spose: Se cercate marito e non lo trovate, sfilatevi gli indumenti intimi, trovate chi ve li benedice, metteteveli al contrario e restate così tre giorni. Il risultato è assicurato. Durante la prima notte di nozze riponete sotto il materasso, in corrispondenza di vostro marito, degli oggetti acuminati che hanno il compito di scacciarela sfortuna. Dopo aver partorito, ricoprite di incenso vostro figlio o appendetegli al collo un sacchetto con una zampa di talpa.

Se siete arrivati fin qui, neanche venerdì diciassette può scalfirvi. Approfittiamo della vostra pazienza per suggerirvi anche il primo capitolo della nostra rubrica sulle tradizioni popolari: ecco le streghe irpine. Intanto, ricordatevi che anche la fortuna è un gioco. Ci vediamo alla prossima, buon venerdì 17 a tutti.

Andrea Fantucchio