Avella

Malgrado la discussione in Consiglio Regionale sulla proposta di legge per il riordino del sevizio idrico integrato sia stata rinviata per l'assenza dell'assessore all'ambiente Giovanni Romano, testo di legge che dovrebbe portare i 13 comuni del Baianese e Vallo di Lauro dall’ATO?1 Calore Irpino all'ATO 3 Sarnese Vesuviano gestito dalla Gori, sui territori della Bassa Irpinia continuano a registrare dure prese di posizione rispetto all’approvazione del provvedimento e cominciano a delinearsi le prime manifestazioni pubbliche di protesta. Quella che, ad esempio, sta preparando a Sperone l’ex sindaco Salvatore Alaia, pronto a scendere in campo «per difendere un territorio che continua ad essere preso di mira dalle Istituzioni, incapaci di comprendere le esigenze delle comunità». Alaia considera il possibile passagggio alla Gori SpA «una vera e propria sciagura per i cittadini del Baianese e del Vallo di Lauro che ne pagherebbero le conseguenze in termini di costo del servizio». E’ per tale ragione che l’ex sindaco sarà in piazza Luigi Lauro, domenica 15 marzo a Sperone, «per raccogliere le firme dei cittadini indignati e per informare la gente dell’ennesima tragedia che sta per capitare».

Dello stesso avviso è anche la corrente PD del “Big Bang”, che è rappresentata nel Mandamento dal sindaco di Baiano, Enrico Montanaro. Una nota del gruppo democratico, a firma del suo presidente Beniamino Palmieri, è stata diffusa nelle scorse ore. In essa si afferma che «ancora una volta, decisioni sostanziali che dovrebbero vedere protagonisti i territori, vengono calate dall’alto ed imposte con autorità». «Il riordino del servizio idrico integrato - prosegue la nota di Big Bang - deve far riflettere tutti e non può passare sotto traccia visto che, proprio la provincia di Avellino, in cui insistono gli acquiferi di maggiore rilevanza regionale, risulta essere particolarmente penalizzata. L'accorpamento dei sedici comuni irpini, all’Ambito “Sarnese – Vesuviano”, diventa ancora più inaccettabile in quanto il primo di una serie, che vedrà le acque irpine, definitivamente gestite da interessi lontani dalla nostra provincia. Nell'ennesimo tentativo di relegare l'Irpinia a “garage della Campania”, e consolidare a “salotto buono”. Bene ha fatto la Regione, a due mesi dalle elezioni, a rimandare ogni decisione al prossimo Consiglio eletto, affinché si abbia tutto il tempo necessario per discutere. Si eviti di mortificare ulteriormente l’Irpinia tutta, già duramente provata da scelte dolorose promosse dalla Giunta Caldoro con lo scippo delle acque».

Sulla questione Gori si esprime anche l’Anpci, associazione nazionale piccoli comuni. Lo fa attraverso il suo coordinatore regionale, il sindaco di Lauro Antonio Bossone. «L'Anpci esprime soddisfazione che la discussione della legge sia stata rinviata. Si ringrazia il Presidente del Consiglio Regionale Pietro Foglia e quanti, nel loro ruolo istituzionale di consiglieri regionali, hanno sposato la richiesta dei piccoli comuni, che, attraverso i deliberati delle Unioni di cui fanno parte, avevano in modo chiaro chiesto di rimanere nell'Ato Calore1».

Ma c’è anche chi non vede nella Gori un “mostro” da combattere. E’ il caso di Pellegrino Palmieri, consigliere comunale di minoranza ad Avella. «Nel nostro Comune abbiamo tariffe idriche altissime, sarebbe il caso di compararle con quelle della Gori. Sono convinto che otterremo un riasparmo. Alcuni mesi fa, su nostra iniziativa, il sindaco Biancardi dovette ritirare le bollette idriche. La gente protestava per la loro esosità. A ciò si aggiungano i problemi relativi alla potabilità dell’acqua e la circostanza che, ad Avella, per mesi interi alcuni quartiere patiscono la siccità. Per non parlare degli allacci abusivi. Rispetto a questo far west, la Gori perché dovrebbe farci paura? Il “mostro” avellano è molto più spaventoso del mostro Gori. Non sono contro il principio della libera concorrenza tra pubblico e privati - conclude Palmieri - Se la Gori ha problemi, faccio presente che la gestione del Comune di Avella è la peggiore in Irpinia. Basti pensare che il piano industriale ci costa 600mila euro. Obiettivamente, avremmo optato per l’Alto Calore. Penso, però, che con la Gori si possa solo migliorare, peggio di così non potremmo stare».

 

di Rocco Fatibene