Rofrano

Torna alla ribalta il caso del sindaco di Rofrano, Nicola Cammarano, arrestato lo scorso 19 febbraio dalla guardia di finanza di Vallo della Lucania, con l’accusa di possesso di materiale pedopornografico. I baschi verdi trovarono all’interno di uno dei computer sequestrati nell’ufficio del 43enne commercialista, un numero consistente di video e una serie di fotografie di inequivocabile natura. Per questo motivo la Procura di Salerno ha chiesto il giudizio immediato per il sindaco, visto che secondo il sostituto procuratore Roberto Penna, il materiale trovato nel computer di Cammarano, rappresenterebbe una prova schiacciante, che rende superfluo il vaglio preventivo in udienza preliminare. In sostanza, le foto e i video emersi dalle cartelle presenti sul pc, sono talmente tante, da eliminare l’ipotesi che siano frutto solo di un virus informatico. Dunque, il materiale ritrovato è stato volutamente scaricato da internet e custodito sul computer, almeno secondo il sostituto procuratore Penna. Cammarano, che era stato arrestato e scarcerato la sera stessa, al ritorno in paese, accolto dai suoi concittadini festanti, aveva dichiarato che avrebbe dimostrato la sua innocenza. Intanto il legale del primo cittadino di Rofrano, l’avvocato Vincenzo Speranza, si dice basito per aver appreso solo dalla stampa, la richiesta di giudizio immediato da parte del sostituto procuratore. Il paese si stringe intorno al proprio sindaco, e sembra che neanche questa ennesima notizia negativa, abbia fatto cambiare l’opinione della gente, sempre più sicura dell’innocenza di Cammarano.